Embargo, l'Italia vale solo 13.900 tonnellate di aiuti

Falconi (Italia Ortofrutta): «Criteri di ripartizione inappropriati»

Embargo, l'Italia vale solo 13.900 tonnellate di aiuti
Sabato 11 giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Ue il regolamento delegato 2016/921 con i quantitativi di prodotti assegnati agli Stati membri e il sostegno elargito dall'Ue per prodotto e per destinazione.

“Accogliamo sicuramente con favore che il regolamento sia stato pubblicato subito, ma non siamo per nulla soddisfatti dei quantitativi che ci sono stati attribuiti – dichiara a Italiafruit News Vincenzo Falconi, direttore di Italia Ortofrutta Unione nazionale – Abbiamo chiesto più volte che fosse utilizzato un metodo di ripartizione proporzionale alle quantità prodotte dai Paesi membri e non l’applicazione statistica basata sulle esportazioni degli Stati membri verso la Russia nei tre anni precedenti il divieto, che si dimostra non appropriata”.

Delle 13.900 tonnellate attribuite all'Italia (erano 80.000 nel 2014), 5.300 riguardano mele e pere; 4.600 prugne, uve da tavola e kiwi; 200 pomodori, carote, peperoni, cetrioli e cetriolini; 1.000 arance, clementine, mandarini e limoni; 2.800 pesche e pesche noci.

Ai volumi fissati è aggiunta una quantità supplementare fino a 3.000 tonnellate per tutti gli Stati membri.


Quantitativi massimi di prodotti attribuiti per Stato membro (in tonnellate)

Come si evince dalla tabella soprastante, le cose vanno meglio ai cugini spagnoli che si vedono assegnare, ad esempio, 2.300 ton per mele e pere, 16.600 per gli agrumi e 11.500 per pesche e nettarine.

Viene da chiedersi se ha senso spendere i soldi pubblici comunitari in una strategia “contenitiva” dei danni che – anche assecondando i volumi richiesti – non risolverebbe del tutto il problema embargo. “Forse – si domanda Falconi – potrebbero essere investiti meglio come incentivi per la ricerca di nuovi mercati?”.

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