«Fiere italiane? Per gli operatori sono motivo di stress»

Il direttore del Maap commenta l'editoriale di Roberto Della Casa

«Fiere italiane? Per gli operatori sono motivo di stress»
Francesco Cera, direttore generale del Mercato Agroalimentare di Padova (Maap), prende spunto dall'Editoriale di ieri di Roberto della Casa, dal titolo "Fiera unica: ci sono alternative?", per un commento che può rappresentare anche il primo tassello di un dibattito sull'importante tema. Ecco cosa scrive: 

Caro Roberto,

sono totalmente d'accordo con la tua disamina e l'inquadramento della situazione in merito alle fiere.

Nel nostro settore le fiere non si inventano. Ci vuole molto know-how ed expertise perché il comparto è molto particolare; non è sufficiente un management generalista.

Fruit Logistica nasceva come costola della Grüne woche e poi ha preso autonomia e forza. Ora nel 2016 ripartire con questo schema mi pare non adatto ai tempi: siamo un settore sufficientemente forte e consapevole per poter e dover sviluppare una fiera che sia specifica per l'ortofrutta e non sostenuta da vini, formaggi, salumi o altro. Lo hanno ben capito gli organizzatori di Fruit Attraction.

Il Mercato che dirigo investe molto nelle fiere e nessuno degli operatori grossisti avrebbe tempo e voglia di fare due o tre eventi italiani dopo aver investito tempo e denaro a Madrid e Berlino. Al massimo una.

L'unione, quindi, non so in che modo, ma è molto auspicabile. Risparmierebbe a noi espositori stress da scelta-non scelta che è sempre sgradevole e sottrae energie che dobbiamo dedicare al mercato, già selettivo di per sé. La fiera, in Italia, più che un sereno momento di lavoro, di incontri e di relazioni sta diventando uno stress gestionale come quando due cari amici ti invitano a una festa che consapevolmente danno lo stesso giorno e ti trovi nella situazione di dovere per forza scegliere dove andare: questo, chi gestisce le fiere, dovrebbe capirlo. E riflettere.

Un caro saluto.

Francesco Cera, 
direttore del Maap