Boom degli ortaggi in serra, calano le superfici frutticole

I dati del rapporto Nomisma-Unaproa. Segno più, in controtendenza, per nocciole e kiwi

Boom degli ortaggi in serra, calano le superfici frutticole
Quali dinamiche stanno caratterizzando le superfici delle produzioni ortofrutticole più importanti per il nostro Paese? Se lo è chiesto Nomisma che, nel secondo Rapporto sulla competitività del settore ortofrutticolo nazionale, ha fotografato il quadro produttivo italiano.

Per quanto riguarda gli ortaggi in piena aria, la coltivazione più importante è il pomodoro da industria (83.746 ettari nel 2015) che mostra un'estensione doppia rispetto alla seconda cultura per importanza, il carciofo (41.299 ettari). A seguire pomodoro fresco (18.765 ha), lattuga (14.742 ha) e zucchine (13.923 ha).



“La dinamica quinquennale 2010-2015 per tali produzioni è stata tendenzialmente negativa – rileva il rapporto Nomisma-Unaproa – in particolare i carciofi e la lattuga cedono rispettivamente il 18 e il 15%”. Riduzione a doppia cifra anche per il pomodoro da industria (-11%), che però dal 2013 in avanti mostra un aumento.

Passando alla frutticoltura, invece, le prima produzione per estensione è quella della nocciola (68.599 ettari), seguita da mele (52.778 ha), pesche (47.462) e uva da tavola (44.199 ha). “Tra il 2010 e il 2015 la quasi totalità delle produzioni frutticole ha registrato un calo delle superfici investite – è l'analisi dei ricercatori – ad eccezione del kiwi. Tra le produzioni che mostrano evoluzioni positive ci sono anche le nocciole, mentre evidenziano un calo uva da tavola, nettarine e pere”.

La superficie agrumicola si estende per 141.872 ettari e tra il 2010 e il 2015 lo scenario non è stato positivo, con limoni e arance che sono diminuiti del 18 e del 15%. La flessione di clementine e mandarini è meno evidente.

Un vero e proprio boom, invece, per gli ortaggi in serra, che rappresentano un'estensione complessiva di 15.614 ettari. Fatta eccezione per la lattuga, per pomodori e zucchine nell'ultimo quinquennio c'è stata un'evoluzione positiva tra il 30 e il 40%.
“A trainare lo sviluppo degli ortaggi in serra – spiega Nomisma – contribuiscono le recenti dinamiche della domanda alimentare verso i prodotti orticoli freschi e, in particolare, la richiesta di produzioni ad elevato contenuto di servizio, come la IV gamma e i piatti precotti”.

Uno scenario negativo, invece, per legumi e patate (85.725 ettari complessivamente): negli ultimi cinque anni le superfici dedicate ai fagioli sono diminuite del 24%, del 20% le patate e del 14% la fava da granella.

Maicol Mercuriali
Italiafruit News
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