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«Patate novelle siciliane eccellenti: valorizziamole»
La raccolta delle patate novelle in Sicilia, iniziata con modeste quantità a fine febbraio nel Siracusano, con un anticipo di circa tre settimane rispetto al calendario, sta finalmente entrando a regime. Complice un inverno particolarmente mite e asciutto, il prodotto presenta caratteristiche qualitative e organolettiche di autentica eccellenza, anche se le rese non saranno certo abbondanti.
Tuttavia, l’accesso al mercato di questa produzione italiana tipica, sana e di altissima qualità deve essere gestito con grande senso di responsabilità, senza strumentalizzazioni e riconoscendo la giusta remunerazione a questo straordinario prodotto e a una filiera agricola che viene da un periodo di particolare difficoltà.
Il monito arriva direttamente da Giulio Romagnoli, Amministratore Delegato di Romagnoli F.lli SpA, leader nella produzione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli e autentico specialista nelle patate. “Il vero rischio – secondo Romagnoli - è che in un’annata potenzialmente di riscossa per le patate novelle siciliane, una delle migliori che si ricordi dal punto di vista qualitativo, queste trovino difficoltà a essere riconosciute dal mercato, magari a vantaggio del prodotto d’importazione da Egitto e Israele, vendute sì a prezzo minore, ma con un livello qualitativo che non ha nulla a che vedere con la novella siciliana.
La ragione di questo paradosso commerciale, a parere di Romagnoli, dipende da una serie di errori di valutazione che riguardano sia le scorte di prodotto del “vecchio” raccolto, decisamente inferiori rispetto allo stesso periodo del 2015 (-30%), sia le rese della novella siciliana, che a causa del forte anticipo colturale non saranno sicuramente abbondanti.
Questa situazione paradossale sta portando alcuni operatori a proporre prezzi alla produzione inferiori al reale valore di mercato, seguendo come parametro quello delle quotazioni delle patate d’importazione - che fra l’altro non sono novelle bensì bisestili - senza considerare l’enorme differenza qualitativa tra questi prodotti e il conseguente impatto sui consumi, racchiusa in pochi centesimi di euro.
“Non possiamo commettere l’errore di farci condizionare negativamente dalle scelte commerciali di pochi, sebbene influenti, operatori”, continua Romagnoli. “Il rischio è quello di compromettere un mercato che sembra essere finalmente ben impostato e che sta ancora trovando un volano favorevole nella più che equilibrata disponibilità di prodotto del vecchio raccolto”.
Il prodotto frigo conservato del nord Italia, che presenta ancora caratteristiche di ottima qualità, sarà infatti disponibile solo fino alla metà del mese di aprile. Anche alla luce di semine assolutamente in linea con la domanda attesa, appare dunque doveroso l’impegno di tutti nella difesa del valore di una produzione di straordinaria eccellenza.
“Fa piacere rilevare che gli attori più qualificati della Gdo nazionale non abbiano esitato a inserire questa referenza, riconoscendone il giusto valore e riscontrando ottimi volumi in vendita con grande soddisfazione del consumatore che è forse disposto a remunerare la qualità più di quanto siano abituati a immaginare gli operatori. E’ infatti in pochi centesimi al chilo la differenza tra un prodotto dal gusto straordinario e uno che non ricorderemo neanche di avere consumato, se non in senso negativo”.
Fonte: Romagnoli Spa
