Violazione dell'articolo 62, Coop ribatte al Corsera

Dopo l'articolo della Gabanelli sul quotidiano il gruppo spiega e contrattacca

Violazione dell'articolo 62, Coop ribatte al Corsera
Nella vicenda Coop-Celox il primo gruppo distributivo d'Italia afferma di non avere niente da nascondere. Lo fa commentando, attraverso un comunicato, l'articolo pubblicato dal Corriere della Sera giovedì 21 gennaio a firma Milena Gabanelli e rilanciato anche on line con l'esplicito titolo "Fornitore di pere strozzato da ribassi".

In una nota stampa, Coop dice di essere "dispiaciuta per non essere stata interpellata" dal quotidiano ed afferma che, in merito alla riduzione della fornitura, le prime comunicazioni al "grossista di pere" risalgono a ottobre 2012, quindi due anni prima della chiusura effettiva del rapporto tra le due società. "Al fornitore – sottolinea Coop – era stata chiaramente anticipata la volontà di superare il rapporto per operare più direttamente con fornitori espressione diretta dei produttori agricoli. Coop voleva accorciare la filiera, riducendo i costi non necessari e dando così più valore ai produttori diretti (agricoltori) e ai consumatori. E' una strategia – prosegue la nota – che Coop ha sempre perseguito, ancora più necessaria negli ultimi anni che hanno visto sia la riduzione del potere di acquisto delle famiglie, che della redditività del comparto agricolo".

Il gruppo distributivo "contesta" all'azienda di Gambettola (Forlì-Cesena) di non aver modificato negli anni né la propria attività di grossista e commerciante, né la propria specializzazione in un unico segmento di mercato. "E' stata una libera scelta di Celox non diversificare la clientela e la tipologia dei prodotti; lo spazio c'era in quanto in questo comparto Coop rappresenta meno del 6% del mercato" evidenza la catena.

Gli sconti sulle promozioni per periodi limitati (15 giorni) sono "un meccanismo da tutti utilizzato e condiviso per aumentare la vendita dei prodotti nei momenti di mercato poco recettivo e per evitare che si svalorizzi l'intera produzione – afferma il Gruppo –. Ogni fornitore è libero di accettare o meno la richiesta di sconti per queste attività promozionali. Tanto più che stiamo parlando di un comparto come l'ortofrutta estremamente volatile, con picchi inflattivi e deflattivi legati alla stagionalità che superano anche il 10% da un anno all'altro". La sconto indicato nell'articolo del Corriere della Sera, pari a 600 mila euro in sette anni, "rappresenta solo il 3% del fatturato complessivo e quindi una quota non certo straordinaria e certamente non indicativa di particolari gravosità" su Celox.

La catena rimarca poi la pericolosità delle tesi dell'Agcm: "se generalizzate, danneggerebbero in particolare i piccoli produttori agricoli italiani ritenendo abuso qualsiasi rapporto tra loro e la grande distribuzione". Coop conclude evidenziando che i rigorosi capitolati che vengono stipulati con i fornitori di prodotto a marchio non sono da ritenersi un "elemento negativo", ma un "valore aggiunto a vantaggio e tutela della salute dei consumatori".