Embargo russo, conseguenze pesanti sulle pere europee

L'analisi e i dati di Daphné Van Doorn di Freshfel a Interpera. Ne approfitta la Bielorussia

Embargo russo, conseguenze pesanti sulle pere europee
Le pere sono tra i prodotti ortofrutticoli che più hanno sofferto l’embargo russo: è quanto emerge dai dati presentati al congresso Interpera, tenutosi nei giorni scorsi a Ferrara, da Daphné Van Doorn di Freshfel. La Russia, ha sottolineato, era uno sbocco fondamentale, con quote percentuali importanti, seppure in progressivo calo, rispetto al totale delle esportazioni europee, progressivamente cresciute negli anni: l'incidenza di Mosca è passati infatti dal 70,9% del 2010 al 57,4% del 2013 fino a scivolare al 32,8% del 2014, primo anno in cui sono state chiuse le frontiere. Particolarmente penalizzate, in termini di volumi, Belgio, Olanda e Polonia, con la Bielorussia che nel 2015 ne ha approfittato incrementando in maniera sostanziosa il proprio business con la federazione russa. 





Significativo che nel periodo da novembre 2014 a febbraio 2015 l'import di pere russo sia crollato a 74.000 tonnellate a fronte delle 169.000 tonnellate della stagione precedente, mentre nei soli primi nove mesi di quest'anno l'import dalla Bielorussia è balzato a 72.000 tonnellate, contro le 15.000 tonnellate dello stesso periodo del 2014.
Van Doorn ha poi presentato alla platea una slide con le conseguenze dell'embargo sui prezzi, mettendo a confronto Italia, Spagna e Belgio, la media dell’ultima campagna e inoltre delle ultime tre stagioni. Sostanzialmente stabile il livello delle quotazioni italiane. 





Diventa fondamentale, ha sottolineato il relatore, trovare nuove destinazioni per l'export, anche perché i consumi nei Paesi produttori - pur rimanendo i principali acquirenti del frutto - non crescono: dal 2003 al 2013 i consumi di pere nell'Unione Europea sono calati dell’8,2%; del 4,8%, invece, la flessione dal 2008 al 2013. Nel periodo 2009-2013, stando ai dati Freshfel, Italia e Portogallo guidavano la graduatoria dei consumi con valori superiori ai 10 chili pro capite: un dato che nello Stivale è tuttavia in costante flessione.




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