Interpera: prima giornata di visite tecniche [REPORTAGE]

Selezione e confezionamento da AFE, impianti produttivi da Op La Diamantina

Interpera: prima giornata di visite tecniche [REPORTAGE]
Interpera, il forum internazionale sulle pere che fino a domani si svolge a Ferrara, ha avuto ieri un antipasto con le visite tecniche presso le strutture AFE (Associazione Frutticoltori Estense) e l'azienda Op La Diamantina. Presente un folto gruppo di operatori stranieri, che con interesse hanno potuto osservare i metodi di lavorazione e le tecnologie italiane.

Visita alle strutture AFE: selezione e confezionamento di mele, pere e kiwi

La giornata è cominciata con la visita alle strutture AFE, società cooperativa che raccoglie il prodotto dalle aziende produttrici e provvede a stoccarlo e confezionarlo; la commercializzazione avviene poi attraverso la Salvi Unacoa Spa, i cui uffici risiedono nella medesima struttura. Qui è stato possibile visitare i centri di selezione e confezionamento di pere, mele e kiwi, presentati da Marco Salvi, direttore generale di Salvi Unacoa Spa nonché presidente di Fruitimprese, e Andrè Broe Jensen, export manager di Salvi Unacoa Spa.

Partendo dalle mele, è stato mostrato come i frutti, subito dopo essere arrivati dalle aziende di produzione, raggiungono le linee di calibratura attraverso dei sistemi di trasporto in acqua, che permettono di tutelare le mele da eventuali stress meccanici. Un rilevatore ottico scatta delle foto ad ogni frutto, rilevando calibro, colori ed un'eventuale presenza di difetti. Queste informazioni vengono successivamente inviate ad un computer, che si occupa di smistare i frutti nelle rispettive linee di lavorazione. Una volta terminato questo passaggio, le mele vengono trasferite al centro di stoccaggio.







Una volta che i frutti devono entrare in commercializzazione, entrano nel processo di confezionamento, che avviene in base ai mercati di destinazione o al tipo di packaging.









Discorso simile per le pere. Anche qui, le linee di calibratura si avvalgono del trasporto tramite acqua e vengono scansionate da un lettore ottico. Il processo di selezione segue i criteri di pezzatura e diametro, così come si tiene conto dei mercati di destinazione: ad esempio, quello britannico predilige pere non troppo lunghe, come spiegato dall'export Manager Broe Jensen.









Per quel che riguarda i kiwi, c'è un primo processo di selezione manuale dei frutti provenienti dai produttori, nel quale vengono distinti quelli non conformi. Successivamente, i frutti passano attraverso il lettore ottico, che indica le linee di selezione per ognuno di essi. Grazie all'utilizzo di un robot, inoltre, i bins vengono accumulati in pile da 4 e successivamente trasportati nell'area di stoccaggio.






Il confezionamento dei kiwi avviene a mano e con l'aiuto di due differenti macchinari: uno per i packaging con grammatura inferiore al chilo ed un altro per il prodotto monostrato e sfuso.
I kiwi, inoltre, condividono le macchine di selezione e confezionamento con le drupacee, sfruttando la differente stagionalità, che permette alle produzioni di non accavallarsi.



Lo stabilimento di Ferrara dispone attualmente di una capacità di conservazione pari a 40.000 tonnellate di frutti, cui si aggiungono le 10.000 dello stabilimento di Latina. Lo stabilimento di Ferrara, tuttavia, dovrebbe raggiungere nei prossimi anni una capacità di 43-44 mila tonnellate.



Lungo tutto il processo di lavorazione della frutta avviene un costante controllo della qualità da parte degli addetti ai lavori, in modo da evitare non conformità nel prodotto da consegnare successivamente alle catene di distribuzione.


Op La Diamantina: Abate e Kaiser

La mattinata è poi proseguita con la visita all'azienda OP La Diamantina, sempre nel ferrarese, dove i presenti hanno potuto osservare gli impianti produttivi di pere Abate e Kaiser. Il Dott. Luca Chiericati, agronomo presso la stessa Op, ed il Prof. Bruno Marangoni dell'Università di Bologna hanno mostrato degli alberi di Abate Fètel e Kaiser innestati rispettivamente su Cotogno MH e Sydo entrambi con intermedio Butirra Hardy.

Il Prof. Marangoni ha spiegato ai presenti che l'Università di Bologna ha effettuato degli interventi di pirodiserbo per contrastare la problematica della ticchiolatura: a fronte di costi indubbiamente onerosi, i risultati sembrerebbero essere più che incoraggianti, soprattutto in un'ottica di contenimento dell'utilizzo di fitofarmaci.



Per quanto riguarda la stagione in corso, Chiericati si è detto abbastanza soddisfatto, sia da un punto di vista quantitativo, con rese decisamente superiori alla media degli anni passati, sia qualitativamente, con un profilo organolettico in grado di compensare qualche lieve problematica di pezzatura dovuta alla siccità estiva.



In conclusione, la mattinata di visite tecniche ha visto l'alto interesse degli operatori presenti (quasi tutti stranieri e provenienti da diversi continenti), creando ottimi presupposti ed entusiasmo per il proseguo della manifestazione.


Albero di Kaiser innestato su Cotogno MH con intermedio Butirra Hardy

Copyright 2015 Italiafruit News