L’Orto di Nemo in vetrina a Macfrut e Flora Trade Show

Ambizioso progetto di coltivazione subacquea: sott’acqua crescita fino a dieci volte più veloce

L’Orto di Nemo in vetrina a Macfrut e Flora Trade Show
L'Orto di Nemo, progetto di coltivazione subacquea di vegetali terrestri destinati all'alimentazione umana, verrà trattato a Flora Trade Show (Rimini Fiera, 23-25 settembre), il primo Salone Internazionale del florovivaismo e del paesaggio che si terrà in contemporanea a Macfrut. Nei primi giorni di Flora Trade, il 23 e il 24 settembre, gli esperti e i responsabili del progetto incontreranno il pubblico per illustrare il progetto e mostrare online e in tempo reale le colture subacquee.

Orto di Nemo prevede l'installazione di strutture subacquee (5 biosfere collocate tra i 6 e i 12 metri di profondità), con una serie di semenzai collocati al loro interno per la crescita delle diverse colture. Nato tre anni fa nella baia di Noli (Savona), si tratta di uno studio di ricerca il cui principio è quello di creare fonti alternative di produzioni vegetali, là dove le condizioni ambientali terrestri particolarmente estreme non rendono disponibili acqua dolce, terreni fertili e con forti escursioni termiche tra giorno e notte. Tutte condizioni tipiche delle zone di mare prospicenti aree desertiche o isole coralligene che pongono delle forti barriere all'agricoltura convenzionale.

Il progetto ha la missione della ricerca di una produzione efficiente e sostenibile di vegetali da poter commercializzare, ed è monitorato da telecamere subacquee che trasmettono in tempo reale attraverso Ustream su Internet. Si tratta, secondo gli addetti ai lavori, di un'innovazione rivoluzionaria destinata a segnare la storia dell'agricoltura convenzionale sul pianeta terra: sott'acqua oltre a generarsi autonomamente condensa, quindi acqua fresca che alimenta le piante, si genera una produzione molto rapida che in 48 ore trasforma il seme in una giovane pianta. Potrebbe essere una velocità di 10 volte superiore rispetto al sistema classico.

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