Vivaismo: nuovi codici doganali dal gennaio 2016

Il settore a un punto di svolta per l'import-export. Cia: «Mai più piante figlie di nessuno»

Vivaismo: nuovi codici doganali dal gennaio 2016
Il ministero delle Politiche agricole ha emesso una nota sull'introduzione di nuovi codici doganali che saranno in vigore dal primo gennaio 2016. Lo rende noto la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che spiega come questa nuova codificazione consentirà una maggiore possibilità di controllo e studio, anche a livello statistico, dei flussi commerciali relativi a queste tipologie di piante. Inoltre per determinati prodotti della floricoltura commercializzati in pezzi (fiori, piante, alberi e arbusti) è stata anche prevista la dicitura "pezzi" anziché "tonnellate", favorendo quindi le aziende nelle valutazioni commerciali e statistiche.

E' evidente che questa modifica porterà sicuri benefici alle imprese nell'analisi dei mercati, nel marketing di prodotto e nella programmazione della produzione. L'aggiornamento dei codici doganali è un importante traguardo di livello globale poiché, nei prossimi mesi, gli accordi commerciali mondiali recepiranno le modifiche omologandole in tutti i Paesi.

Si tratta di un risultato ottenuto dopo alcuni anni di lavoro e trattative. Un'istanza nata dal Tavolo di Filiera del Florovivaismo costituito presso il Mipaaf al fine di migliorare le elaborazioni statistiche e comprendere i reali flussi di merci, cosa che finora risultava piuttosto ambigua, in quanto numerose tipologie di piante venivano inserite nel codice generico "Altri".

"Quello che abbiamo raggiunto è un risultato importantissimo e tutto italiano - sottolinea la Confederazione Italiana Agricoltori con una nota stampa -. Grazie ai nuovi codici sarà possibile misurare con precisione flussi e andamenti sui mercati. Le nostre imprese così potranno investire con più accuratezza in specifiche produzioni e calibrarsi alle richieste dei mercati esteri evitando furberie e passaggi poco chiari. Finisce così la storia delle piante ‘figlie di N.N.'. Siamo certi che questa novità sarà fondamentale per sostenere le imprese vivaistiche, troppo spesso assimilate all'agroalimentare nelle codificazioni internazionali e nelle analisi di settore. In questo senso, questo piccolo passo è invece un grande passo verso il riconoscimento economico-istituzionale del vivaismo come settore specifico. Questa è anche la migliore dimostrazione di come - conclude la Cia - credendo nell'associazionismo, collaborando e creando reti a livello nazionale ed europeo, si possono ottenere risultati straordinari per tutto un comparto".

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