Mele, guai giudiziari per i vertici di Sft

Presidente e direttore indagati per truffa e frode nelle stesse ore dell'intesa con Apofruit

Mele, guai giudiziari per i vertici di Sft
Nelle stesse ore in cui è stato reso noto l’importante accordo che ha sancito l’ingresso nell’Op Apofruit Italia per la commercializzazione delle mele biologiche (cliccare qui per leggere), la Sft di Aldeno viene scossa dalla notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati di presidente e direttore. Come hanno riportato ieri con ampia evidenza i quotidiani locali (Il Corriere del Trentino, Il Trentino e L’Adige), infatti, il sostituto procuratore Marco Gallina ha chiuso in questi giorni l’inchiesta denominata "Apple pie" sulla presunta truffa delle mele addebitata al presidente Mauro Coser (appena confermato nel consiglio di amministrazione della Federazione della cooperazione) e al direttore Armando Paoli. L’accusa, in sintesi è di mele non bio e non trentine spacciate come tali e contributi pubblici europei chiesti e ottenuti senza averne i requisiti. Nel registro degli indagati c’è anche un mediatore, Franco Waldner, mentre sono stati stralciati i nomi di altri due mediatori apparsi agli albori dell’inchiesta.  

La vicenda è complessa: il Pm, riportano i quotidiani locali, ipotizza la truffa sulle erogazioni pubbliche, la frode in commercio e la vendita di prodotti con segni mendaci. Nel mirino degli investigatori  i contributi di Agea, l’ente erogatore dei contributi europei, per gli anni 2012 e 2013. Secondo quanto contestato, Coser e Paoli, approfittando della loro posizione all’interno del Consorzio la Trentina e della Sft di Aldeno (di cui Coser all'epoca dei fatti era di entrambe il presidente e Paoli membro dell'organo commerciale della prima e direttore e responsabile commerciale della seconda), avrebbero conferito quintali di mele facendole passare come prodotti della Cooperativa di Aldeno, ma in realtà conferite da altri agricoltori, “fittiziamente” indicati come soci. In tutto questo avrebbe avuto un ruolo anche il mediatore Waldner, che aveva il compito, ad avviso dell’accusa, di procacciare i prodotti agricoli. La Procura ipotizza contributi indebiti per 91.898 euro per quanto riguarda il 2012 e altri 84.344 euro per il 2013.

Per gli anni 2013 e 2014, viene poi contestata la truffa sul conseguimento da parte del Consorzio Valli Trentine del riconoscimento di Op (organizzazione produttori), che sarebbe stata ottenuta senza avere determinati requisiti in primis quello di avere un prodotto conferito dai soci corrispondente ad un valore valore di almeno 20 milioni di euro. Anche in questo caso Coser e Paoli avrebbero architettato un sistema per creare "soci apparenti", in realtà semplici conferitori, per raggiungere la soglia prevista chiedendo indebitamente contributi europei, da liquidare, per 925.716 euro per il 2014 e 888.214 per il 2015. 

E ancora a Coser e Paoli viene contestata la frode in commercio in quanto avrebbero indicato come trentine mele provenienti da altre province d’Italia  (sarebbero 367.806 chili solo nel 2011). Stesso modus operandi sarebbe stato utilizzato per le mele biologiche. Sempre secondo l’accusa, inoltre, il neonato Consorzio avrebbe spacciato per mele "bio" frutti che in realtà non lo erano. Una vicenda molto complessa, con accuse pesanti tutte da provare. I difensori, gli avvocati Alessio Pezcoller e Luisa Malacarne, verificheranno tutto il materiale raccolto e tutti gli atti in mano alla Procura per presentare le proprie controdeduzioni.  Gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie o chiedere di essere indagati, poi il Pm deciderà se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio o archiviare le accuse.

Nella foto, da sinistra, Coser e Paoli