Roma, l’ombra del racket sui fruttivendoli egiziani

Roma, l’ombra del racket sui fruttivendoli egiziani
Gli episodi di cronaca degli ultimi anni fanno emergere l'ombra del racket e dell'usura sui fruttivendoli egiziani di Roma che, secondo le stime di Confcommercio, stanno per raggiungere quota 300 e nell'ultimo anno sono aumentati del 30 per cento.

Sabato scorso – si legge in un articolo pubblicato da roma.repubblica.it – è stato ammazzato Hashem El Sayed Gaafar, lasciato incaprettato vicino al negozio di ortofrutta che avrebbe aperto di lì a poco. Il caso segue quello del proprietario di tre frutterie, Mohamed Ebraim Lashein, scomparso e poi ritrovato il 28 ottobre 2013 con le mani legate dietro la schiena, la faccia a terra: ucciso, scoprirà poi la Mobile, per estorsione. A marzo di quest'anno vi sono stati altri due egiziani accoltellati da un connazionale (gravi, ma non morti). E questi sono solo alcuni degli ultimi episodi che hanno avuto risonanza mediatica. Ma chissà quanti altri sono rimasti sotto la superficie e mai saranno trascinati a riva dalla corrente.

Il ritrovamento del corpo di Hashem El Sayed Gaafar fa sorgere una serie di domande - scrive roma.repubblica.it - : cosa è successo? L'hanno rapinato oppure, come ha detto il fratello, "doveva dei soldi alla gente sbagliata"? La Squadra mobile che sta indagando sul delitto, non si sbilancia. L'uomo aveva con sé migliaia di euro. Da dove provenissero non è chiaro: quello che è certo è che l'egiziano prima di morire è stato brutalmente picchiato e chiuso in un sacco, con mani e piedi legati.

In Italia sono ormai oltre 30 mila le imprese gestite da stranieri che commerciano in frutta e verdura; in provincia di Roma - secondo i dati raccolti da Upvad - Confcommercio - sono oltre 6mila. Per gli egiziani c'è – scrive la Repubblica – una vera e propria rete, un po' come per i cinesi: si pagano cash le mura, si acquistano prodotti non proprio freschissimi (merce, in gergo, "stanca") e si lavora anche 18 ore al giorno, con la vendita che viene svolta sul marciapiede e tra i fumi di scarico delle macchine, dove tra l'altro non sarebbe legale.

Nella foto: Via Pietro Cartoni, nel quartiere Monteverde (Roma), dove è stato trovato il cadavere di Hashem El Sayed Gaafar
 
Fonte: roma.repubblica.it