«Belli e ben fatti»: l'estero ci vuole così

Assecondare il trend dei prodotti di fascia medio alta ed unirsi per essere più competitivi

«Belli e ben fatti»: l'estero ci vuole così
Per i prodotti agroalimentari Made in Italy si attende per quest'anno una crescita dell'export a 37-38 miliardi di euro, rispetto ai 34,3 miliardi del 2014 (Fonte: Istat – dati consuntivo 2014). Benché ottimistico, l'obiettivo di arrivare a 50 miliardi nel 2020 è raggiungibile visto l'interesse dimostrato da nuovi mercati con economie sviluppatesi in periodi recenti come la Cina, gli Emirati Arabi e il Brasile, e dagli USA con cui si sta trattando per portare a termine l'accordo di libero scambio entro fine anno.

In particolare, secondo le previsioni di Confindustria e Prometea presentate all'Expo, saranno i prodotti di fascia medio alta, chiamati BBF - l'acronimo di "Belli e Ben Fatti" - a registrare una sensibile crescita delle esportazioni, con il valore generato dai beni agroalimentari BBF che dovrebbe salire del 20% da qui al 2020.

L'ortofrutta pagherà i gap logistici del Paese

Per il settore dell'ortofrutta fresca, oggi il secondo comparto dell'agroalimentare per valore esportato, è bene dire che sarà molto difficile raggiungere tassi di crescita a doppia cifra, a causa della lontananza dei mercati da sviluppare che, per molti prodotti ortofrutticoli, necessitano di servizi logistici via mare più efficienti ed efficaci rispetto ai livelli attuali. A lungo termine potremmo dunque essere superati da altri comparti più industriali. Tuttavia per ora stiamo cercando di dire la nostra: è Fruitimprese ad indicarci che abbiamo chiuso il primo trimestre 2015 "con un aumento dell'export in volume (1,7%) ed un più consistente aumento in valore (6,3%)". Le esportazioni vanno meglio per ortaggi (13,6%), agrumi (7,3%) e frutta secca (17,6%), ma non bastano per compensare l'incremento della spesa per l'importazione (817 milioni di euro) che, nel primo trimestre 2015, ha portato la bilancia commerciale a soli 355 milioni, con "una riduzione del 7,4% rispetto al primo trimestre 2014".

La scelta è prettamente manageriale

Per un florido futuro c'è da assecondare il trend dei "Belli e Ben Fatti", già seguito da molte aziende come per esempio il Club Candonga, Jingold o Apofruit con il progetto peschicolo "Extra", ma non ci stancheremo mai di dire - come emerge dall'Apertura di oggi - che la differenza più marcata sul mercato internazionale la fa la capacità di offrire volumi consistenti di qualità costante e quindi la volontà del management di casa nostra di unirsi, consorziarsi e organizzarsi per le attività commerciali, così da ottimizzare anche i costi logistici. Oggi molte delle nostre aziende ortofrutticole fanno fatica a farlo nella grande distribuzione italiana... figuriamoci all'estero.

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