Anecoop punta decisa sull’innovazione

Intervista esclusiva a Francisco “Paco” Borras, deputy managing director del colosso spagnolo

Anecoop punta decisa sull’innovazione
Anecoop è l'azienda leader in Spagna nel settore ortofrutticolo ed il maggiore esportatore mondiale di agrumi, kaki e angurie seedless. Il gruppo esporta oggi frutta, agrumi, ortaggi e vino in oltre 60 Paesi del globo. Abbiamo analizzato con il Deputy Managing Director Francisco "Paco" Borras quanto ha inciso il valore dell'innovazione nell'espansione internazionale di Anecoop.

Direttore, in questi anni Anecoop ha investito molto nello sviluppo dell'innovazione. Quali sono state le principali direttrici?
Certamente una delle chiavi di lettura del successo di Anecoop va individuata nella capacità di generare domanda di prodotti innovativi sul mercato e di trasferirne la realizzazione alla propria base sociale, tanto che in 20 anni siamo passati da 450.000 a 700.000 tonnellate commercializzate. E' stato il caso, ad esempio, dell'anguria, con la gamma Bouquet, più recentemente delle pesche piatte e, infine, nell'ultimo triennio dei prodotti biologici.

Ovviamente il contesto del sistema frutticolo spagnolo è un elemento di grande valore per Anecoop poichè il traino principale è certo rappresentato dalle 13 milioni di tonnellate esportate che pongono la Spagna ai vertici dello scenario internazionale e costituiscono un traino importantissimo anche per la nostra impresa. Non è un caso che le centrali di acquisto internazionali di Carrefour, Auchan, Edeka, Eurogroup e Markant siano collocate proprio a Valencia offrendoci ottime opportunità di business.

Quali sono a suo avviso le principali opportunità e le principali minacce nello scenario ortofrutticolo internazionale?

L'embargo russo è per noi certo il problema più rilevante, soprattutto per i nostri prodotti innovativi come il Persimon, di cui rappresentava il 14% dell'export con oltre 18.000 tonnellate. Kaki Persimon che in questa stagione ha raggiunto una produzione totale di 71.000 tonnellate, in forte crescita rispetto alle 51.000 tonnellate dell'anno precedente. Ma non dobbiamo dimenticare la svalutazione del rublo che rende più difficile l'export, soprattutto di agrumi, anche per i paesi del Bacino del Mediterraneo fuori dall'embargo verso la Russia e portano maggiore competizione sui mercati occidentali.

Fra le note positive va certo segnalata la crescita del biologico per l'export spagnolo, che per noi vale l'1% del totale a volume con una crescita significativa negli ultimi tre anni, soprattutto sul mercato francese dove operiamo con una nostra società e abbiamo superato nel 2014 le 5.000 tonnellate, per oltre 9 milioni di euro di fatturato.
 
Copyright 2015 Italiafruit News