Attualità
Ortaggi biologici a km zero? Tutto falso: smascherato dalle Iene
Produttore veronese vende in azienda e al mercatino merce acquistata all'ingrosso: il video
"Quando il cibo biologico contiene pesticidi": questo il titolo del servizio andato in onda ieri sera nella puntata de Le Iene che ha smascherato un presunto produttore di ortofrutta biologica che vende direttamente nell'azienda agricola e ha un banco in un mercatino a km zero. La vicenda si svolge a Verona. Il servizio inizia con la "Iena" Andrea Agresti che mangia dei finocchi; parte un video in cui la donna che ha venduto l'ortaggio a un complice della Iena assicura, dal banco di un mercatino km Zero della periferia di Verona, che sono "biologici e certificati, della mia terra". E davanti alla telecamera nascosta aggiunge: "E' 35 anni che ho il banco, che ho campagna e che vendiamo a casa".
Ma poco dopo le immagini si spostano all'Ortomercato di Verona, dove, racconta Agresti, "il socio della signora sta acquistando cassette di ortaggi, ne fa una gran catasta e li carica sul pick up. E qui non c'è nessuno che vende produzioni biologiche". Insomma, commenta Agresti "non solo non è tutta roba dell'orto, ma non è neppure biologica".
La scena si sposta quindi nell'azienda agricola dove è parcheggiato il pick up visto al Mercato e dove i titolari mostrano al complice della "Iena" quella che dovrebbe essere produzione propria, rigorosamente "bio" ma di fatto non lo è: "Per il biologico abbiamo il disciplinare che dimostra che non ci sono trattamenti", garantisce la titolare.
Il complice di Agresti acquista i finocchi spacciati per biologici. Vengono fatti analizzare. Risultato: emergono tracce di due pesticidi. In dosi tali da non arrecare danno alla salute, ma che escludono si tratti di prodotto biologico.
A questo punto Agresti si presenta personalmente al mercatino km zero con telecamera e microfono chiedendo se l'azienda venda prodotto biologico: atteggiamento imbarazzato e nessuna risposta, con la titolare che "disconosce" il socio che fa acquisti al Mercato. La donna chiede ad Agresti di dimostrare l'affermazione secondo cui i prodotti venduti non sarebbero biologici, lui mostra le analisi effettuate in laboratorio e a questo punto scatta il parapiglia, con parole grosse e tentativo di far spegnere la telecamera con le buone e con le cattive. La titolare nega che i prodotti non siano biologici e provengano da fuori dell'azienda agricola ma Agresti conclude: le analisi parlano chiaro.
Cliccare qui per vedere il video integrale
Copyright 2014 Italiafruit News
Ma poco dopo le immagini si spostano all'Ortomercato di Verona, dove, racconta Agresti, "il socio della signora sta acquistando cassette di ortaggi, ne fa una gran catasta e li carica sul pick up. E qui non c'è nessuno che vende produzioni biologiche". Insomma, commenta Agresti "non solo non è tutta roba dell'orto, ma non è neppure biologica".
La scena si sposta quindi nell'azienda agricola dove è parcheggiato il pick up visto al Mercato e dove i titolari mostrano al complice della "Iena" quella che dovrebbe essere produzione propria, rigorosamente "bio" ma di fatto non lo è: "Per il biologico abbiamo il disciplinare che dimostra che non ci sono trattamenti", garantisce la titolare.
Il complice di Agresti acquista i finocchi spacciati per biologici. Vengono fatti analizzare. Risultato: emergono tracce di due pesticidi. In dosi tali da non arrecare danno alla salute, ma che escludono si tratti di prodotto biologico.
A questo punto Agresti si presenta personalmente al mercatino km zero con telecamera e microfono chiedendo se l'azienda venda prodotto biologico: atteggiamento imbarazzato e nessuna risposta, con la titolare che "disconosce" il socio che fa acquisti al Mercato. La donna chiede ad Agresti di dimostrare l'affermazione secondo cui i prodotti venduti non sarebbero biologici, lui mostra le analisi effettuate in laboratorio e a questo punto scatta il parapiglia, con parole grosse e tentativo di far spegnere la telecamera con le buone e con le cattive. La titolare nega che i prodotti non siano biologici e provengano da fuori dell'azienda agricola ma Agresti conclude: le analisi parlano chiaro.
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