«L'ortofrutta è la porta di ingresso al mondo del bio»

Intervista esclusiva a Roberto Zanoni, direttore generale EcorNaturaSì

«L'ortofrutta è la porta di ingresso al mondo del bio»
I dati presentati al Sana parlano chiaro: in Italia cresce il business dell'alimentare biologico (2,32 miliardi di euro nel 2013, +6,7% rispetto al 2012) e il settore dell'ortofrutta fresca e trasformata fa in pieno la sua parte segnando un +11% delle vendite (a valore) nella Gdo nei primi 5 mesi del 2014. In questo scenario di mercato si fa sempre più incisiva la crescita di EcorNaturaSì SpA, società che si è costituita nel gennaio 2009, dalla fusione di Ecor, il maggior distributore all'ingrosso di prodotti biologici e biodinamici nel comparto specializzato, e NaturaSì, la principale catena italiana di supermercati, specializzata nella distribuzione al dettaglio di prodotti biologici e biodinamici. 

Abbiamo posto a Roberto Zanoni, Direttore Generale EcorNaturaSì, alcune domande di approfondimento nell'ottica di comprendere appieno l'evoluzione dell'ortofrutta biologica nel mercato italiano.
 
Ad oggi, a quanto ammonta il giro d'affari complessivo dei vostri tre marchi/insegne – Ecor, NaturaSì e Cuore Bio – e, facendo riferimento alla rete di vendita, quanti negozi sono presenti sul territorio nazionale? In quali aree siete più forti e, al contrario, in quale siete poco presenti e quindi intendete investire per svilupparvi?
Il Gruppo EcorNaturaSì nel 2013 ha raggiunto un giro d'affari di 230.000.000 di euro comprendendo anche la società Baule Volante, detenuta al 100% dal nostro Gruppo.
Attualmente gestiamo 125 negozi a marchio NaturaSì, parte diretti e parte in affiliazione e 290 punti vendita a marchio CuoreBio, ai quali forniamo oltre ai prodotti, vari servizi  (contabile, informatico, marketing e comunicazione).

I consumi biologici sono ancora fortemente concentrati nel centro-nord Italia e la nostra presenza è particolarmente significativa nelle Tre Venezie, Lombardia, Emilia e Lazio. Stiamo costantemente allargando la nostra rete, oltre che in tutte le regioni del nord e centro Italia, anche in Puglia e Sicilia con l'obiettivo di espanderci su tutto il territorio nazionale coerentemente con la crescita e lo sviluppo del mercato. Tutti i nostri marchi nei primi nove mesi dell'anno hanno avuto delle crescite significative.



Per quanto riguarda il comparto ortofrutta, qual è mediamente l'incidenza del reparto ortofrutta sulle vendite complessive della vostra rete?
L'incidenza del reparto ortofrutta varia dal 10 al 15% con delle punte vicine al 20%. La frutta e la verdura sono prodotti particolarmente importanti nel mondo del biologico, in quanto sono la porta di entrata per molti consumatori.

Nell'ultimo anno abbiamo curato con attenzione il settore ortofrutticolo lavorando molto sulla formazione del personale, sulla presentazione del prodotto e sull'ampliamento di gamma. Abbiamo inoltre promosso varie iniziative con l'obiettivo di creare un ponte fra il produttore e il consumatore evidenziando nel punto vendita "le facce" di chi quotidianamente lavora in campagna per noi (cfr. Italiafruit News del 16 maggio 2014). E' nato infatti un accordo con alcune aziende agricole, con le quali abbiamo definito significativi standard qualitativi che garantiscono il consumatore dal seme alla tavola.  Una delle caratteristiche di questa collaborazione è svincolare il prezzo dalla variabilità del mercato e garantire all'agricoltore "il giusto prezzo" in base alla categoria merceologica. Questa trasparenza, denominata "Patto per la Terra",  è stata molto apprezzata dai nostri consumatori. La fertilità della terra e la salvaguardia dell'ambiente sono due aspetti che hanno sempre fatto parte delle nostre scelte e della nostra missione.


L'esempio del pdv NaturaSì di Cesena


Quanto incide, mediamente, in termini di superficie dell'area di vendita il reparto ortofrutta sul totale negozio?
Avendo punti vendita di dimensioni molto variabili è difficile dare una percentuale precisa. Nel nuovo format che abbiamo adottato da pochi mesi, l'impostazione prevede la presenza dell'ortofrutta nella parte iniziale del punto vendita con uno spazio ampio, dove è presente una forte comunicazione informativa.
Vengono inoltre evidenziati i prodotti che provengono da aziende agricole direttamente controllate da noi, i prodotti locali, e vi è un ampio spazio per le offerte, con prodotti non di prima scelta denominati "I buoni dentro".

Qualche iniziativa particolare relativa al mondo agricolo?
Domenica 12 ottobre si è svolta la manifestazione "Seminare il Futuro" che ha visto 38 aziende agricole biologiche e biodinamiche sparse sull'intero territorio nazionale, ospitare oltre 5.000 consumatori, tra i quali molti bambini. Un gesto così semplice, concreto e antico, come la semina a mano, ha offerto l'opportunità di riflettere sulla provenienza del cibo e sul futuro dell'agricoltura.
Nella stessa data è stata poi lanciata la simpatica iniziativa "Adotta una Zolla", della quale potete trovare tutte le informazioni sul sito "adottaunazolla.bio".


Un momento dell'iniziativa "Seminare il Futuro"


La ricerca Nomisma presentata al Sana scatta una fotografia sul profilo del consumatore bio, identificando tre diversi target di utenti: fedeli, new entry ed etici. Sembra in particolare che i più giovani dai 20 ai 30 anni mostrino un'attenzione sempre maggiore nei confronti dei cibi bio. Sulla base della vostra esperienza, potete confermate questa tendenza?    
E' vero, sempre più giovani stanno apprezzando i valori legati alla scelta dell'agricoltura e del cibo biologico. I ragazzi forse più degli adulti hanno percepito che non si può continuare a vivere trascurando l'ambiente, inquinando le falde acquifere e distruggendo il pianeta. Comunque oltre ai giovani un po' tutte le persone in una situazione critica per l'economia mondiale e italiana, stanno favorendo i consumi più attenti ai valori, prestando maggiore attenzione verso le energie alternative, il mondo del riciclo e l'alimentazione biologica.

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