Embargo, «alzare le indennità per frutta e verdura»

Coldiretti Emilia Romagna annuncia le sue richieste al Macfrut

Embargo, «alzare le indennità per frutta e verdura»
Alzare le indennità per frutta e verdura colpite dall'embargo russo per adeguarle ai costi di produzione reale dei singoli Paesi. E' questa la richiesta che Coldiretti Emilia Romagna ha avanzato al Convegno sul futuro dell'ortofrutta made in Italy, nell'ambito del Macfrut, rassegna internazionale del settore ortofrutticolo che ha preso il via ieri a Cesena, dove si è anche parlato della proposta di regolamento presentata dalla Commissione con misure eccezionali di carattere temporaneo a favore dei produttori ortofrutticoli per far fronte ai problemi di mercato conseguenti l'embargo della Russia.

Nell'attesa che Bruxelles approvi il nuovo provvedimento, Coldiretti Emilia Romagna giudica positiva la suddivisione degli aiuti tra i diversi Stati Membri in base ai dati storici delle esportazioni sul mercato russo, ma ha chiesto che le indennità siano calcolate sulla base dei costi di produzione per ogni Paese, che il budget complessivo sia incrementato e suddiviso tra i diversi Stati in funzione della produzione di ortofrutta e che la lista dei prodotti sia allargata anche ad altre produzioni.

L'ortofrutta – ricorda Coldiretti Emilia Romagna – è il settore produttivo del made in Italy più colpito dall'embargo, con le esportazioni che avevano raggiunto nel 2013 i 72 milioni di euro, senza dimenticare i flussi indiretti verso il mercato russo e i danni provocati dal rischio di invasione sul territorio nazionale di prodotti di altri Paesi che non possono trovare più uno sbocco nell'ex impero sovietico. Complessivamente il danno diretto per l'Italia è stimato da Coldiretti in circa 200 milioni di euro all'anno e riguarda oltre all'ortofrutta il blocco delle esportazioni delle carni per 61 milioni di euro e di latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro".

Il testo del nuovo provvedimento sull'ortofrutta (ancora da approvare ricorda Coldiretti Emilia Romagna) contiene disposizioni più mirate nella scelta dei prodotti e nei criteri di assegnazione agli Stati Membri dei volumi oggetto di intervento.

Verrebbero riprese le disposizioni definite nel precedente regolamento, in termini di beneficiari (Organizzazioni dei produttori e produttori non soci), tipologie di misure (ritiri, mancata raccolta e raccolta verde), livello dell'aiuto Ue (100% dell'aiuto per prodotto destinato ad enti benefici; 75% per Op e 50% produttori non soci per altre destinazioni) con l'introduzione di alcune novità:
  • inserimento gli agrumi ed eliminazione di prodotti che non rivestono importanza per l'export verso la Russia (funghi, frutti rossi e tutte le tipologie di cavoli);
  • suddivisione dei prodotti oggetto di intervento in 4 gruppi (mele e pere; frutta; ortaggi; agrumi) e per ogni gruppo sarebbe definito un livello massimo di volume oggetto di intervento. Nella definizione dei volumi massimi, la Commissione avrebbe considerato la media triennale (2011-2012-2013) dei flussi di esportazione di ciascuno Stato membro diretti verso la Russia per i mesi di interesse del provvedimento, diminuiti dei volumi notificati ai sensi del precedente provvedimento (Reg.n°932/2014) e ridistribuendo tra i paesi esportatori le quote di prodotto inviato in Russia attraverso triangolazioni con altri Stati membri;
  • sarebbe data facoltà a ciascuno Stato Membro di usufruire di un volume addizionale di intervento pari a 3mila tonnellate, da distribuire a propria scelta tra i prodotti oggetto di intervento e di definire criteri di selezione rispetto ai prodotti, ai beneficiari ed alle misure da attivare;
  • Il provvedimento non sarebbe retroattivo, ma entrerebbe in vigore il giorno della sua pubblicazione in gazzetta UE, fino al 31 dicembre 2014 o fino al raggiungimento dei volumi massimi stabiliti.
Nel corso del convegno, la Coldiretti ha presentato una indagine secondo la quale i consumatori cercano frutta a minor costo, stanno evitando le primizie fuoristagione e vanno a caccia dei punti vendita più economici. Il 16 per cento degli intervistati ha dichiarato di evitare esplicitamente i prodotti che costano di più come ciliegie e frutti di bosco. Ad ogni modo, il 68 per cento delle famiglie intervistate ha dichiarato che la crisi ha ridotto il budget da dedicare a frutta e verdura.

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