Forbicina sempre più invasiva: nuovi metodi di lotta

Prove sperimentali mostrano l'efficacia di un'esca a base di clorpirifos

Forbicina sempre più invasiva: nuovi metodi di lotta
Forficula auricularia, conosciuta volgarmente come forbicina per i due cerci che la caratterizzano, è un insetto onnivoro ma che manifesta una polifagia notevole. In effetti a seconda della specie e della dieta, all'interno del genere forficula si annoverano specie "utili" e dannose a diverse colture di interesse agrario. Risulta utile quando si nutre di afidi e cocciniglie, mentre apporta gravi danni se danneggia frutti e germogli.

Secondo L'Informatore Agrario su alcune drupacee, albicocco in primis, si sta assistendo negli ultimi anni ad un incremento sostanzioso delle problematiche generate dall'insetto. Il fitofago predilige il frutto, su cui apporta erosioni sia dell'esocarpo che del mesocarpo, deturpandolo e riducendone la qualità. Data la sua polifagia è in grado di distruggere le gemme e di portare a defogliazioni nei casi più virulenti.

Le metodiche di lotta tradizionali non sono in grado di gestire le crescenti popolazioni dell'insetto perché sarebbe necessario intervenire in prossimità della raccolta rendendo il prodotto non in linea con le restrizioni del mercato in materia di residui.

Recentemente in Piemonte, su albicocco e nettarino, sono state messe in atto prove di controllo delle forficule attraverso un'esca granulare a base di clorpirifos. Le prove si sono articolate sia in laboratorio che in campo. Nel primo caso si sono utilizzate capsule Petri, dove si è assistito ad una mortalità del 100% in meno di 24 ore. In campo le esche hanno portato ad una contrazione delle catture notevoli con un potenziale dimezzamento del danno sul frutto.

Il clorpirifos granulare può essere dunque una valida alternativa alle metodiche di controllo a disposizione, riducendo sensibilmente la percentuale di danno al di sotto della soglia di intervento.

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