Emergenza ulivi in Salento, si corre ai ripari

La Xylella fastidiosa spaventa: piano del Mipaaf, istituito Comitato scientifico

Emergenza ulivi in Salento, si corre ai ripari
E' sceso in campo il Mipaaf per combattere l'emergenza causata dal batterio killer Xylella fastidiosa che sta minacciando oltre 23 mila ettari di uliveti in provincia di Lecce. Il ministero ha varato un piano dettagliato per contrastare l'epidemia a seguito della riunione presieduta dal ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. La situazione è talmente grave che è già stato istituito un Comitato scientifico, i cui lavori saranno sottoposti all'approvazione del Comitato fitosanitario nazionale, già convocato per il 15 settembre.

Cos'è Xylella fastidiosa?   

E' un batterio conosciuto da tempo in America, e che si è diffuso in Puglia alla fine del 2013. Le indagini genetiche condotte dai maggiori esperti mondiali sul tema hanno confermato che il ceppo identificato a Lecce, è da ritenersi una variante atipica della sub-specie pauca che oltre ad attaccare l'ulivo, infetta oleandro, mandorlo, vinca, e più recentemente, ciliegio. Non sono risultate suscettibili vite e agrumi, come si era ipotizzato inizialmente.
La sua pericolosità è dovuta al fatto che attacca il sistema di conduzione della pianta (xilema), ulivo in particolare, causandone il deperimento e la successiva morte. Allo stato attuale non si conoscono i vettori, anche se i principali indiziati sono le cicaline.

Cosa fare per contrastare il batterio

Il ministero, come richiesto dalla Commissione europea, ha identificato le "zone infette" e quelle circostanti, denominate "zone cuscinetto". In queste aree si dovranno adottare adeguate misure fitosanitarie.
Gran parte della provincia di Lecce è stata identificata come "zona infetta", all'interno della quale dovranno essere attuate tutti i mezzi di lotta possibile al contrasto della patologia, esclusa l'eradicazione della piante malate. Per di più, la regione Puglia ha proposto un cordone sanitario (barriera lunga dallo Ionio all'Adriatico) per impedire la diffusione a Nord del Salento.
Nel piano di gestione dell'emergenza sono anche previsti:
  •     interventi sulla nuova zona cuscinetto, tramite un monitoraggio costante a maglie strette,
  •     abbattimento degli insetti vettori ed estirpazione di eventuali piante infette, d'intesa con i Ministeri della Salute e dell'Ambiente;
  •     potenziamento dei controlli sull'eventuale presenza dell'infezione nei vivai e blocco della movimentazione dei prodotti "a rischio" identificati nella Decisione Ue;
  •     potenziamento delle attività di ricerca, finalizzate anche all'individuazione delle piante ospiti, di varietà immuni o resistenti e di eventuali ulteriori modalità di trasmissione del batterio;
  •     allargamento all'intero territorio nazionale del programma di monitoraggio;
  •     individuazione di idonei strumenti, anche finanziari, finalizzati al ristoro dei danni subiti dagli agricoltori e dai vivaisti colpiti dall'infestazione del batterio;
  •     attivazione eventuali procedure derogatorie nei confronti dei soggetti che hanno aderito a metodi di produzione biologico o a basso impatto ambientale;
  •     idonea campagna di comunicazione ed informazione.

Una lotta non facile

Come scritto sopra, è vietata l'estirpazione di piante malate, perchè l'olivo, in queste aree non solo svolge un imprescindibile ruolo economico, ma rappresenta un patrimonio dal valore inestimabile a livello paesaggistico e culturale. Pertanto, non si dispone del principale strumento di lotta, l'estirpazione, (vedi PSA kiwi ndr) complicando un quadro già di per sé difficile.

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