Meloni e angurie, «export ancora di salvezza»

Consumi frenati e danni da grandine: il Nord soffre. Pochi i frutti idonei per l'Igp Mantovano

Meloni e angurie, «export ancora di salvezza»
Estate indubbiamente difficile per le aziende che producono meloni e angurie nel Nord Italia. Ma chi esporta “vede la luce”. “Subiamo le conseguenze del clima ostile - sostiene il presidente del Consorzio del Melone Mantovano Igp Mauro Aguzzi (nella foto) - che frena i consumi e ha falcidiato la produzione. La grandinata che ha colpito l’Alto mantovano a metà luglio ha complicato non poco le cose. Va un po' meglio alle aziende che fanno export. Purtroppo il marchio Igp, alla prima stagione ufficiale, non ha avuto una partenza fortunata: dopo un inizio di campagna promettente, ora si fa fatica a trovare materia prima rispondente ai requisiti previsti dal disciplinare. E proprio per il clima anomalo ci sono rimanenze di prodotto anche non "certificato," nonostante i volumi siano inferiori rispetto alla scorsa campagna. Speriamo di riuscire a recuperare ad agosto”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Ettore Cagna, presidente di Agricola Don Camillo e del Comitato Melone dell’Organismo Interprofessionale Ortofrutta Italia: “Ci salviamo con i mercati esteri che hanno cominciato a "tirare". Le prospettive per le prossime settimane, complice la carenza di prodotto spagnolo, non sono negative". Dopo l'eccezionale grandinata che nella notte tra il 17 e il 18 luglio ha compromesso quasi 200 ettari di meloni in produzione da metà luglio fino a fine agosto, un piccolo spiraglio di ottimismo. 

"Questa è un’annata nera – lamentava però lunedì, in un articolo apparso su La Nuova Ferrara, Mario Preti che nel territorio estense coltiva un’ottantina di ettari tra meloni e cocomeri nella zona compresa tra Gavello e San Martino Spino - se riesco a pagare le spese lo considero già un ottimo risultato. Il prezzo dei cocomeri è irrisorio, si spuntano dai 20 mai 25 centesimi al chilo, va un po’ meglio per i meloni, attorno ai 60-70 centesimi ma la richiesta è scarsa. Inoltre a causa delle frequenti piogge le cucurbitacee vengono attaccato da parassiti fungini con la conseguenza che poi il prodotto risulta invendibile. Speriamo di recuperare in agosto, ma il tempo deve girare al bello". 

Per Coldiretti i ricavi ottenuti sui campi da meloni e angurie non consentono neanche di coprire i costi di raccolta: “I prezzi corrisposti alle aziende agricole sono crollati fino al 50% rispetto all’estate 2013, mentre quelli al dettaglio continuano ad essere sostenuti".

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