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Lidl, Tesco, Leclerc: no a snack e dolci alle casse. Mettiamo la frutta? [SONDAGGIO] /2
Il Fatto Alimentare ha lanciato una petizione in Italia. E voi cosa ne pensate?
Cessioni di spazi per migliaia di euro e redditività a metro quadro di varie volte superiori alle normali aree espositive: sono le zone "calde" delle casse di supermercati e ipermercati dove i maggiori produttori di snack e dolciumi lottano per un piccolo spazio di vendita.
Dopo che Leclerc in Francia nel 2008 dichiarò di voler eliminare vicino alle casse dolciumi e alimenti ricchi di Grassi, Sale e soprattutto Zuccheri rivolti ai bambini, anche Lidl e Tesco in Uk hanno adottato lo stesso accorgimento.
Le motivazioni sono quasi ovvie: limitare l'acquisto d'impulso di prodotti additati come possibili responsabili delle patologie connesse "obesità" e limitarne soprattutto la diffusione tra i più piccoli, facilmente aggredibili con queste strategie. In UK, inoltre, secondo una recente indagine, il 65% dei consumatori è infastidito dalla presenza di questi prodotti alle casse, esprimendo il desiderio di trovarvi alimenti più sani per i loro figli.
In Italia, la causa è stata portata avanti da "Il Fatto Alimentare" con una petizione da oltre 13.500 sottoscriventi, a cui hanno risposto tra gli altri Coop e Conad. Il primo ha affermato di essere in fase di valutazione della proposta mentre il secondo ha ritenuto inutile il tentativo.
Nell'articolo del Fatto Alimentare si legge inoltre "Qualcuno ha provato a disporre limoni. Come era prevedibile la vendita degli agrumi è triplicata, ma i margini risultavano 10 volte inferiori" rispetto ovviamente a caramelle e snack.
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Copyright 2014 Italiafruit News
Dopo che Leclerc in Francia nel 2008 dichiarò di voler eliminare vicino alle casse dolciumi e alimenti ricchi di Grassi, Sale e soprattutto Zuccheri rivolti ai bambini, anche Lidl e Tesco in Uk hanno adottato lo stesso accorgimento.
Le motivazioni sono quasi ovvie: limitare l'acquisto d'impulso di prodotti additati come possibili responsabili delle patologie connesse "obesità" e limitarne soprattutto la diffusione tra i più piccoli, facilmente aggredibili con queste strategie. In UK, inoltre, secondo una recente indagine, il 65% dei consumatori è infastidito dalla presenza di questi prodotti alle casse, esprimendo il desiderio di trovarvi alimenti più sani per i loro figli.
In Italia, la causa è stata portata avanti da "Il Fatto Alimentare" con una petizione da oltre 13.500 sottoscriventi, a cui hanno risposto tra gli altri Coop e Conad. Il primo ha affermato di essere in fase di valutazione della proposta mentre il secondo ha ritenuto inutile il tentativo.
Nell'articolo del Fatto Alimentare si legge inoltre "Qualcuno ha provato a disporre limoni. Come era prevedibile la vendita degli agrumi è triplicata, ma i margini risultavano 10 volte inferiori" rispetto ovviamente a caramelle e snack.
Di fronte a questo tema scottante e con possibili effetti sul nostro settore le chiediamo di darci la sua opinione in merito:
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