Crisi frutta estiva, sale la tensione: «L'Ue batta un colpo»

"Aut-Aut" Unaproa, produttori romagnoli esasperati, in Piemonte chiesto intervento della Regione

Crisi frutta estiva, sale la tensione: «L'Ue batta un colpo»
Pesche, i tempi stringono: le organizzazioni del settore e le imprese chiedono risposte urgenti. Unaproa lancia un ideale aut-aut all'Unione Europea: “Abbiamo denunciato agli inizi di luglio la gravità della crisi che ha investito il settore delle pesche e più in generale quello della frutta estiva, invocando provvedimenti urgentissimi come previsto dalle normative comunitarie - va giù duro il presidente Ambrogio De Ponti - ma ancora oggi ci sentiamo rispondere che la Commissione europea ha bisogno di ulteriori approfondimenti: basta, ci dicano si o no ma finiamola con questi comportamenti gattopardeschi che puntano a non fare nulla di quello che, anche con fatica, è stato deciso da Parlamento europeo e Consiglio grazie alla riforma della Pac. Magari dando il via agli interventi straordinari quando non ce ne sarà più bisogno e a qual punto incolpare i produttori di non saper utilizzare gli strumenti messi a disposizione".

"L’Europa è dei cittadini non dei burocrati, abbiamo il diritto che siano impegnate le risorse necessarie per la gravità della crisi che ha colpito le produzioni estive", prosegue De Ponti. "Non riusciamo a capire quali approfondimenti o di quali dati necessiti la Commissione, forse di qualche nevicata eccezionale nel mese di luglio che possa dimostrare  un andamento climatico anomalo come non si ricorda da tempo? Vengano a vedere i nostri prodotti marcire in campo per colpa delle piogge o delle malattie indotte dall’eccesso di umidità.  Qui siamo di fronte alla crisi di un settore economico che coinvolge migliaia e migliaia di aziende, di famiglie, di lavoratori dove, come ha detto recentemente il mio vicepresidente Antonio Schiavelli  a proposito delle pesche la differenza tra la nostra ricchezza e la nostra povertà sta in 10-15 centesimi di euro. Considerati i prezzi che vengono realizzati molti produttori hanno deciso di lasciare il prodotto sulle piante. Il Ministro Martina, che pur si sta impegnando per trovare una soluzione, alzi la voce a Bruxelles: ne abbiamo diritto!”.

Produttori romagnoli minacciano di bloccare i magazzini

La situazione è pesante e i nervi sono tesi come ha dimostrato l’incontro con i produttori romagnoli che si è svolto a Imola venerdì per volontà di  Cia, Confagricoltura e Copagri. Qualcuno vorrebbe bloccare i magazzini ortofrutticoli impedendo l’entrata e l’uscita dei prodotti creando, quindi, problemi per l’indotto. Altri hanno espresso la volontà di presentare la revoca da socio dalle Op e/o dalle cooperative non ritenendole in grado di fare il loro lavoro e cioè di organizzare la produzione e ottenere il prezzo adeguato dei prodotti. Altri ancora hanno detto che non è più possibile avere una frammentazione sindacale figlia di una storia che ormai non c’è più.



“Non possiamo – ha spiegato il vicepresidente regionale della Cia Cristiano Fini –continuare a pagare la frutta a chi produce un anno intero 15, 20 centesi al chilo a fronte di un costo di produzione di circa 40 centesimi e chiedere poi ai consumatori per le stesse pesche 2 euro o 2,40. La forbice è veramente troppo ampia. Attendiamo una risposta a breve dalla Comunità Europea, sia quella del ritiro straordinario di prodotto perché sappiamo che sui mercati c’è troppa frutta e questo potrebbe dare ossigeno alle imprese e ai mercati”.

“Occorre – ha detto Gianni Tosi, presidente provinciale della Confagricoltura – arrivare ad organizzare la produzione con i contratti che si fanno normalmente con la grande distribuzione”.

Ma c’è anche un altro problema. “Una cosa evidente in questa ennesima crisi della frutticoltura - ha sottolineato Marco Alberghini, vicepresidente provinciale Copagri - è che non siamo uniti: da una parte c’è il gruppo Alleanza per l’Agricoltura, dall’altra c’è la Coldiretti che va nelle spiagge a regalare la frutta”. Per il presidente della Cia di Imola, Giordano Zambrini “occorre aprire un ragionamento sulla strutturazione commerciale presente, privata e cooperativa, finanziata con i soldi dell’Unione Europea e quindi da tutti i contribuenti europei. Poi occorre discutere la messa in applicazione di quanto contenuto nell’art.62. Il produttore agricolo deve veder riconosciuti almeno i costi di produzione sostenuti”.
 

«A rischio 100 mila persone»

Per Confagricoltura  sono a rischio 10 milioni di giornate di lavoro e oltre 100.000 persone occupate nella frutta estiva.
“Dopo l’intervento del Ministro Martina nei confronti del Commissario all’agricoltura Dacian Ciolos e le prese di posizione dell’On. Paolo De Castro, è indispensabile ora che gli uffici della Commissione Europea siano solleciti ad attivare la procedura di emergenza per la crisi della frutta estiva, prodotto d’eccellenza della Basilicata”. 



“La crisi del settore ortofrutticolo – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso - è friutto della mancata programmazione delle colture, così come è previsto dalla normativa europea sulle organizzazioni dei produttori, da parte di chi avrebbe dovuto occuparsene. Le conseguenze di questa situazione stanno ricadendo con violenza sulle spalle dei frutticoltori con effetti gravissimi sul reddito, e la soluzione evidentemente non può prescindere da un intervento urgente in ambito europeo e dall'individuazione delle responsabilità per quanto accaduto”.

Piemonte, chiesto intervento della Regione

In Piemonte Maurizio Marrone, consigliere regionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, ha annunciato la presentazione al Consiglio regionale di un ordine del giorno nel quale impegna l’assessore competente e il presidente della Giunta a mettere in atto provvedimenti urgenti in difesa della produzione piemontese ed in particolare un ritiro straordinario di frutta estiva dal mercato per due settimane, che riguardi i produttori: “La Regione non può rimanere in silenzio mentre i ridicoli costi di produzione di prodotti provenienti da altre zone del mondo mettono in ginocchio i nostri agricoltori".

Manifestazioni: dopo i vascelli Coldiretti, Agrinsieme mercoledì a Roma

Sabato, intanto, Coldiretti ha dato vita per il secondo week end consecutivo a una manifestazione: velieri di agricoltori sono approdati della riviera romagnola, “capitale” nazionale del turismo, distribuendo carichi di pesche e nettarine ai turisti. Obiettivo: rilanciare i consumi e realizzare la più grande azione educativa mai realizzata sulla frutta nei luoghi delle ferie, a partire dal centro rivierasco che rappresenta un po’ il simbolo della vacanza balneare.   Il programma prevedeva la partenza delle due navi cariche di frutta alle ore 8,30, dal Club Nautico di Riccione. Dalle ore 9 alle ore 10 le pesche sono state distribuite ai bagnanti nei luoghi previsti.  

Mercoledì i produttori ortofrutticoli di Agrinsieme saranno a Roma (come anticipato in anteprima da Italiafruit del 23 luglio, cliccare qui per leggere la news) per sensibilizzare l’opinione pubblica e per sostenere il lavoro del governo italiano in sede comunitaria. Servirà a qualcosa?

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