Agricola Campidanese: Gavina, l'eccezione in un'estate no

La baby anguria dell'Op sarda si fa onore anche all'estero. Lotta: il clima deprime i prezzi

Agricola Campidanese: Gavina, l'eccezione in un'estate no
Con Salvatore Lotta (nella foto), direttore commerciale dell’Op Agricola Campidanese di Terralba (Oristano) facciamo il punto sulla campagna di meloni e angurie prodotti e immessi sul mercato dall'organizzazione sarda.

Qual è il bilancio in termini di quantitativi prodotti, qualità, prezzi ed il raffronto con l’estate 2013 per quanto concerne meloni e angurie? 
Il bilancio della campagna 2014 di meloni e angurie in termini qualitativi e quantitativi si può considerare buono, ma i prezzi sono tragici tenendo presente che, tranne qualche rara apparizione del caldo, sembra di essere in autunno e i consumi stentano a decollare. Le quotazioni sono sotto media, più bassi di un 20-30% rispetto agli anni "normali". La crisi c’è e si sente sempre di più, ma il problema numero uno è proprio il clima che rallenta i consumi di tutta la frutta estiva.



La vostra punta di diamante, la mini anguria Gavina, è riuscita a sfuggire alla logica dei prezzi bassi?
Il bilancio della Gavina, quest’anno e comunque molto positivo. Agricola Campidanese ha raddoppiato gli ettari (ora 60 in tutto) con un aumento di produzione per ettaro e una qualità superlativa; stiamo ricevendo molti complimenti e feedback positivi, la inseriscono negli scafali sia le catene della Gdo che i piccoli punti vendita. Un ottimo risultato lo abbiamo ottenuto con l’estero che continua  a chiedere  prodotto, togliendolo dal mercato locale e dunque mantenendo l'offerta limitata, senza esuberi. Risultato: oggi vendiamo la Gavina ai prezzi dell’anno scorso. In Sardegna è mini-anguria leader, sostenuta da una campagna pubblicitaria forte (stampa, radio, web, social web) che ha dato ottimi risultati. Stiamo registrando buoni risultati anche nel Nord e nel Centro Italia.



Quali sono i vostri mercati di riferimento e quale la quota export?
L'estero assorbe il 60% del totale. Sardegna e Nord Europa sono le mete privilegiate dei nostri prodotti con il 30% circa. Seguono, con il 10% circa ciascuno, Nord Italia, Toscana, Lazio e, fuori dai confini nazionali, la Russia. 


Inserzione dedicata a Gavina, che nelle foto sopra vediamo nei campi della Sardegna

Ennesimo "momentaccio" per l’ortofrutta italiana. Come si può cercare di uscirne, una volta per tutte?
Crediamo fermamente che sia arrivato il momento che l’Italia crei un sistema serio di controllo, una politica agricola forte come quelle francesi e spagnole, attuando più sinergia tra produzione e distribuzione e valorizzando il più possibile il made in Italy. È inutile che la distribuzione si preoccupi del calo dei consumi e non si preoccupi del perché: occorre creare indotto prediligendo ed evidenziando le produzioni Italiane, creando i presupposti per  aumentare i posti di lavoro e aumentando di fatto la possibilità di spesa delle famiglie.

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