TRASPORTI E LOGISTICA, LE INEFFICIENZE COSTANO CARO. L'ITALIA PERDE TERRENO SU GOMMA E SOFFRE NEL VIA MARE: I DATI

TRASPORTI E LOGISTICA, LE INEFFICIENZE COSTANO CARO. L'ITALIA PERDE TERRENO SU GOMMA E SOFFRE NEL VIA MARE: I DATI
Le inefficienze del sistema dei trasporti nazionali hanno comportato, tra il 2000 e il 2012, una riduzione complessiva del prodotto interno lordo pari a 24 miliardi di euro.
E’il dato emerso dallo studio "Analisi e previsioni per il trasporto merci in Italia", elaborato da Confcommercio e presentato in occasione del convegno "Trasportare la ripresa" di mercoledì 14 maggio a Roma. Non a caso, nella classifica internazionale che misura l'apertura ai commerci globali l'Italia si piazza al 47mo posto ben dietro Germania e Francia (decima e ventunesima) ma anche alle spalle di Spagna, Portogallo e Polonia.
E se nel 2015 il Pil arretrerà del 7,3% rispetto ai valori precedenti alla crisi iniziata nel 2007, il trasporto merci subirà una contrazione del 20% (quello su strada addirittura del 27%).  

Trasporto su gomma, imprese italiane in forte regresso
Altro dato interessante: nel periodo 2007-2012 i trasporti interni su gomma effettuati sul territorio nazionale dalle imprese italiane sono diminuiti del 27%, mentre quelli di aziende estere sono cresciuti del 18%.



Per il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli trasporti e logistica "rappresentano due leve di politica economica di rilevanza strategica per il Paese perché incidono in maniera significativa sulla competitività del nostro sistema economico", mentre allo stesso tempo "la favorevole collocazione geografica dell'Italia non costituisce più un fattore determinante e sufficiente ad attrarre traffici commerciali". Per promuovere la competitività di un settore decisivo per la ripresa, la crescita e la competitività del Paese "è fondamentale lavorare tutti insieme, pubblico e privato".

Lo sviluppo del commercio via mare e le opportunità perse

Trasporti e logistica vanno valorizzati, nel nostro Paese soffrono di un ritardo penalizzante e rappresentano un punto debole anche per il settore ortofrutticolo: lo ha detto Luca Lanini, professore di Logistica agroalimentare in occasione dell’assemblea Unaproa di mercoledì (cliccare qui per la news).
Inadeguatezza dimensionale delle imprese, inefficienze logistiche e eccessiva burocrazia frenano lo sviluppo Oltralpe e Oltreoceano dell’ortofrutta italiana, che raggiunge un centinaio di Paesi ma potrebbe fare molto di più.



Il tutto in un contesto in cui cresce notevolmente il commercio internazionale via mare: 92 milioni di tonnellate a fronte delle 40 milioni del 2002.  Lanini ha definito i flussi di reefer container la nuova via della seta, una grande chance per i porti del mediterraneo, avvantaggiati dallo spostamento dei traffici dal canale di Panama a quello di Suez: gli scali italiani tuttavia hanno gravi problemi di inefficienza tanto che Porti, infrastrutture, ma anche servizi doganali, tracking, tempi di resa, servizi commerciali sono i punti deboli del nostro sistema paese nell’opinione degli operatori internazionali.



Solo 24mi per qualità della logistica

Secondo World Bank, l’Italia per qualità della logistica, è solo 24ma. Uno studio AT Kearney e Confetra, inoltre, stima per l’Italia un costo della logistica più elevato rispetto alla media europea dell’11% circa. Tutto ciò si traduce in un “disavanzo di competitività” sul fatturato industriale pari a circa 12 miliardi di euro. In futuro, ha concluso Lanini, il ruolo della logistica diverrà ancora più strategico ai fini della gestione integrata della supply chain. Urge, dunque un cambio di passo a livello politico ma anche da parte delle imprese di filiera, chiamate a operare in maniera sinergica.



Mirko Aldinucci
editor
mirko@italiafruit.net

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