AGRUMI: PRODUZIONI E CONSUMI IN CALO (18,5 KG PRO CAPITE ANNUI), L'EXPORT FLETTE, CANALE TRADIZIONALE ANCORA FORTE

AGRUMI: PRODUZIONI E CONSUMI IN CALO (18,5 KG PRO CAPITE ANNUI), L'EXPORT FLETTE, CANALE TRADIZIONALE ANCORA FORTE
Gli agrumi italiani perdono spazio nello stomaco dell'italiano medio, seguendo essenzialmente l'andamento della frutta e arrivando a circa 18,5 kg di consumo pro-capite annuo. Lo speciale di questo mese, dedicato al settore agrumicolo, inizia proprio dal soggetto più lontano dalla produzione: il consumatore. Come già sottolineato da diverse fonti statistiche, il consumo di frutta italiano negli anni sta subendo una strutturale erosione, fenomeno che non risparmia neppure gli agrumi, che rappresentano circa il 30% della categoria. Nonostante il crescente interesse dell'italiano per il benessere, l'arancia, colonna portante dell'alto contenuto in vitamina C, dal 2009 al 2012, ha perso oltre il 4% dei propri consumi, seguita da pompelmi e limoni con il -3%. La praticità di trasporto e la ridotta porzione premiano: infatti, sia i mandarini (+6%) e clementine/mandaranci (+1%) mantengono il loro ruolo della dieta dell'abitante del Bel Paese.


Fonte: nostre elaborazioni su dati di diversa provenienza

Risalendo la filiera da valle a monte, secondo i dati ISMEA, in Italia i responsabili d'acquisto comprano il 53% delle loro scorte casalinghe di agrumi dalla distribuzione moderna, mentre il restante 47% dai canali tradizionali. Questi due canali messi assieme (il retail) rappresentano il 75% delle vendite nazionali, lasciando così la rimanente quota all'Ho.Re.Ca.
Infine, dell'ammontare di agrumi disponibili per la popolazione italiana, circa un kg su due è destinato al consumo fresco e uno su quattro all'industria, con la rimanente quota che viene attribuita alle perdite.
Avvicinandosi sempre più alla produzione si sottolinea l'andamento dell'import ed export agrumicolo: le esportazioni italiane, secondo l'lSTAT, sono cresciute dall'inizio del millennio sia a valore che a volume. Fanno eccezione gli ultimi due anni dove si è assistito ad un decremento sostanziale che ha portato nel 2013 l'asticella a quota 170 mila tons e circa 135 milioni di €, sviluppati per l'80% verso l'Europa. I maggiori mercati di destinazione, facendo una media tra il 2005 e il 2012, sono rappresentati dalla Germania (28%), dalla Svizzera (21%) e dalla Francia (12%). Andamento simile anche per le importazioni, derivanti da Spagna (62%) e Sud-Africa (19%), che non hanno presentato ovviamente il calo congiunturale degli ultimi due anni. La bilancia commerciale rimane sempre in rosso, fatta eccezione per il volume del 2008, dove i quantitativi esportati hanno superato straordinariamente le esportazioni di circa 60 mila tons.


Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT

Per quanto riguarda il contesto produttivo, in Italia si assiste ad una progressiva dismissione del suolo adibito ad agrumi, accentuato fortemente negli ultimi due anni, che ha portato al 2013 ad un totale di circa 80.000 ettari ed una produzione di poco superiore ai 3 milioni di tons (fonte: ISTAT). Nello specifico, le superfici di arance rivestono oltre il 50% del totale agrumi, seguite da clementine (19%) e limoni (17%). Le regioni che la fanno da padrone sono sicuramente la Sicilia con il 54%, la Calabria (31%) e la Puglia (7%) che assieme riuniscono oltre il 90% delle aree investite ad agrumi.
In Italia, contestualmente alla diminuzione in ettari coltivati, si riscontra inoltre una concentrazione dell'offerta da parte delle aziende agricole e una relativa specializzazione delle stesse.



Fonte: nostre elaborazioni su dati ISTAT


Il biologico negli agrumi ricopre al 2012 circa 25.000 ettari, tra aree in conversione e aree certificate, suddivisi in 12.000 ad arance, 4.000 in limoni e 9.000 tra mandarini, clementine e piccoli agrumi. Sempre secondo l'ISMEA, nel 2012, il 22% delle superfici di arancio godevano di una certificazione europea, ossia il 7% di Denominazione di Origine e il 15% di biologico.
Infine, secondo la FAO, l'Italia nel Mondo rappresenta il 2,9% della produzione agrumicola e in Europa il 35,1%, mentre la Spagna rispettivamente il 4,4% e il 53%.

Michele Dall'Olio
Marketing Specialist
michele@italiafruit.net


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