CROLLA L'EXPORT DI ORTOFRUTTA ITALIANA IN RUSSIA NEI PRIMI OTTO MESI. RIVOIRA: DECISIVA LA CONCORRENZA DEL KIWI GRECO

CROLLA L'EXPORT DI ORTOFRUTTA ITALIANA IN RUSSIA NEI PRIMI OTTO MESI. RIVOIRA: DECISIVA LA CONCORRENZA DEL KIWI GRECO
Pesante battuta d'arresto per le esportazioni ortofrutticole italiane in Russia. Le rilevazioni di Fruitimprese relative al periodo gennaio-agosto 2013 indicano un export di 40 mila tonnellate (per un valore di 39 milioni di euro) a fronte delle 75 mila tonnellate dell'analogo periodo del 2012 (58 i milioni di euro corrispondenti) e delle 76.000 tonnellate dei primi otto mesi del 2011 (61 milioni di euro).
Il tutto mentre i dati congiunturali Istat segnalano che l'export agroalimentare italiano verso la Federazione Russa, tra gennaio e luglio 2013, ha raggiunto un valore di 338 milioni di euro, in crescita del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2012. Oggi l'Italia occupa la 13° posizione tra i paesi principali fornitori della Federazione Russa per l'agro-alimentare, con i vini al top (53 milioni di euro, più 10,3% rispetto ai primi sette mesi 2012).
Perde terreno, e in controtendenza, dunque, la frutta e verdura "made in Italy" nella terra degli Zar, dove vengono inviati soprattutto carichi di mele e kiwi. Tra i motivi della flessione, la forte concorrenza esercitata dalla Grecia, divenuta interlocutore privilegiato dei Paesi dell'est per il frutto dell'actinidia: "L'export greco – conferma Gualtiero Rivoira, amministratore delegato di Kiwi Uno Spa – è andato forte, complice una produzione ingente con cui hanno "invaso" i Paesi dell'Europa orientale fino a tutto marzo 2013".
Nel 2012, in Grecia, la produzione di kiwi è stata di circa 120 mila (quest'anno però dovrebbe superare di poco quota 100 mila); circa metà dell'export (poco meno di 30 mila quintali), ha raggiunto i Paesi dell'Est.
Il mercato russo non rappresenta una meta prioritaria per il gruppo piemontese, che vi esporta tra il 6 e il 7% del totale. "Per noi Mosca non è una prima scelta, anche perché rimangono margini di rischio tutt'altro che trascurabili nei rapporti commerciali".
Quanto alla campagna commerciale in corso il trend, sottolinea Rivoira, non è certo tra i più brillanti: "Il mercato del kiwi è molto pesante, c'è scarso interesse, indipendentemente dal fattore prezzo. Sono pochissimi i Paesi che tirano e tutti lontano dall'Europa: Brasile e Australia, a nostro avviso, i più brillanti. Le prospettive? Oggi fare previsioni è veramente difficile, ci auguriamo che l'intonazione cambi, e in fretta..". (m.a).

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