CILIEGIE SWEET, SODDISFANO PRODUTTORI E CONSUMATORI ...CON STEFANO LUGLI – DIPARTIMENTO DI SCIENZE AGRARIE DELL'UNIVERSITA' DI BOLOGNA

CILIEGIE SWEET, SODDISFANO PRODUTTORI E CONSUMATORI ...CON STEFANO LUGLI – DIPARTIMENTO DI SCIENZE AGRARIE DELL'UNIVERSITA' DI BOLOGNA
Il progetto di ricerca '30 e Lode', iniziato nel 2000, ha portato alla nascita delle ciliegie Sweet, cinque varietà dalle eccellenti caratteristiche qualitative e agronomiche che l'estate scorsa sono state sottoposte al giudizio dei consumatori nelle piazze di tre città italiane. I risultati dell'analisi sensoriale verranno presentati oggi nella conferenza stampa organizzata dalla Provincia di Verona (cfr. Italiafruit 12 Novembre 2013). Abbiamo chiesto al coordinatore del progetto, Stefano Lugli, del Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di Bologna qualche considerazione sull'iniziativa.

Marzocchi – Questo progetto di ricerca varietale è caratterizzato da un'impostazione innovativa, ovvero effettuare la selezione partendo dall'individuazione dei caratteri che costituiscono il frutto ‘ideale' per il consumatore. Ci può spiegare meglio come vi siete mossi e quali erano gli obiettivi?

Lugli – Siamo partiti svolgendo un'indagine di mercato in cui abbiamo chiesto ai consumatori cosa si aspettavano da una ciliegia: dai test sono emerse caratteristiche ben precise fra cui la dolcezza ma con un buon livello di acidità, grosso calibro, consistenza, il colore rosso brillante, etc. In un secondo momento, tramite la nostra attività di breeding tradizionale (incrocio seguito da selezione) fra le diverse varietà conosciute, abbiamo cercato di ottenere cultivar che corrispondessero ai caratteri desiderati dal consumatore. Siamo partiti lavorando su una varietà autoctona, i Duroni di Vignola, incrociandola con le caratteristiche di altre varietà americane autofertili. Dopo anni di lavoro abbiamo raggiunto la serie delle ciliegie Sweet, ora composta da 5 varietà, che stiamo cercando di ampliare con varietà molto precoci ed extra-tardive. Probabilmente infatti il prossimo anno diffonderemo un nuova varietà, l'ultima per epoca di maturazione. Continuiamo anche a lavorare sulle cultivar precoci, ma i risultati sono più complessi da raggiungere perché i parametri qualitativi che differenziano la ciliegia Sweet ci impongono livelli minimi di dolcezza, calibro, consistenza che risultano più complicati da ottenere nelle varietà precoci.
Fra inizio e metà giugno infine abbiamo svolto tre consumer test sottoponendo all'analisi dei consumatori le tre varietà più precoci, comparandole con altre tre fra le migliori presenti nel medesimo periodo (Burlat, Giorgia e Mora di Cazzano). A Bologna abbiamo portato Sweet Aryana, a Bari Sweet Lorenz ed infine Sweet Gabriel a Verona. In tutti e tre gli appuntamenti c'è stata un'ottima presenza di pubblico che si è prestato volentieri all'analisi sensoriale, che comprendeva anche la compilazione di un scheda. L'elaborazione dei dati ha poi mostrato che quasi l'80% degli intervistati preferiva le ciliegie della serie Sweet rispetto alla varietà di riferimento. Altro aspetto confermato dalla rilevazione è che il consumatore tende ad acquistare, la prima volta, spinto da parametri estetici, ma a partire dal secondo acquisto la qualità è il driver principale. Per questo abbiamo scelto come slogan per le nostre ciliegie "Belle fuori, Buone dentro", proprio per sottolineare che le ciliegie Sweet li combinano entrambi. Ovviamente nella selezione dei caratteri abbiamo tenuto in considerazione anche le esigenze del produttore, ad esempio la produttività, cercando di trovare il giusto compromesso fra aspetti gli agronomici e i desideri del consumatore, per creare nuove varietà adatte alle esigenze di entrambi.



Marzocchi – In che modo ricerca e mercato possono collaborare e trovare le giuste sinergie per lavorare insieme e sviluppare prodotti sempre migliori?

Lugli – La collaborazione fra il mondo della ricerca e il mercato è una strada percorribile, purché si tenga conto di certi parametri e requisiti. Ad esempio nel lavoro svolto in questi anni per la serie Sweet siamo partiti da 3000 individui per arrivare a selezionare 5 varietà, ponendoci dei limiti molto severi sotto i quali non potevamo scendere nell'ottica di ottenere cultivar di qualità eccellente: almeno 18° brix, livello di acidità vicino a 8 grammi/litro, consistenza pari a 400 grammi, etc. Questo approccio è fondamentale, parlando del prodotto consumato fresco, che quindi non deve essere lavorato o conservato per lunghi periodi, per conseguire varietà eccellenti e dalle ottime probabilità di successo.
Questo progetto ha messo in connessione il mondo della ricerca e il mercato: partito con finanziamenti dalla Regione Emilia Romagna, a cui si è aggiunto il sostengo della Fondazione Vignola e New Plant, adesso ha raggiunto la fase finale e l'Università di Bologna ha brevettato le cinque varietà (Sweet Aryana®, Sweet Lorenz®, Sweet Gabriel®, Sweet Saretta® e Sweet Valina®) per tutelarne la proprietà intellettuale. In seguito ad un asta, poi, le cinque varietà sono state licenziate a 5 aziende vivaistiche che cominceranno la produzione di piantine durante questa stagione 2013/14 le quali potranno essere coltivate e commercializzate da qualsiasi produttore senza vincoli di alcun tipo, slegate dalla logica dei club varietali e dai monopoli delle varietà vegetali.




Marzocchi - Quali sono i futuri obiettivi della ricerca varietale nel campo delle ciliegie?


Lugli – In futuro i ricercatori dovranno trovare nuove risposte ai problemi legati alla resistenza e tolleranza, cercando di raggiungere piante con minore suscettibilità alle avversità biotiche (funghi, batteriosi..) e abiotiche, legate cioè alla stagionalità e alle inclemenze atmosferiche. Ad esempio, nel caso delle ciliegie, uno dei problemi principali è quello della spaccatura dei frutti. Per ovviare a questa avversità i produttori scelgono misure alternative e costose, come le coperture dei frutteti. Speriamo perciò in futuro di poterle attenuare anche grazie alla ricerca varietale verso genotipi tolleranti al cracking.
Altro aspetto su cui si dovrà continuare ad investire è la biologia molecolare, strada che in parte abbiamo già intrapreso per la serie Sweet. I marcatori molecolari sono fondamentali nella selezione degli individui migliori, poiché non c'è bisogno di aspettare che la pianta entri produzione, ma si può effettuare uno screening precoce tramite i marcatori riducendo tempi e costi della ricerca e lavorando su obiettivi specifici. Grazie ai marcatori che conosciamo oggi ciò è in parte già possibile. Per la serie Sweet infatti abbiamo utilizzato marcatori dell'autofertilità, che ci hanno permesso di selezionare progenie completamente autofertili dai figli delle varietà precedentemente incrociate.
Questa tecnologia è stata fondamentale perché nell'arco di pochi anni abbiamo ottenuto varietà molto produttive che soddisfano i produttori, ma allo stesso tempo anche buone che si avvicinano il più possibile anche ai desideri del consumatore.


Copyright Italiafruit News