EGITTO, ATTESA UNA STAGIONE DA RECORD PER L'UVA DA TAVOLA

EGITTO, ATTESA UNA STAGIONE DA RECORD PER L'UVA DA TAVOLA
I produttori egiziani hanno buoni motivi per essere ottimisti riguardo alla prossima stagione dell'uva da tavola: è atteso infatti sia un precoce avvio della campagna che un eccellente output in termini di volumi e di qualità, grazie anche al maggiore sostegno governativo.
"Siamo tutti in attesa di una buona stagione per l'uva che dovrebbe iniziare molto prima rispetto allo scorso anno - ha dichiarato Mahmoud El Shishiny di Magrabi Agriculture -. La produzione sembra buona e tutti si stanno preparando ad un buon inizio. In qualità di più grande esportatore di uva da tavola egiziana, il nostro obiettivo quest'anno è commercializzare circa 10 mila tonnellate".
"Il governo egiziano ha assunto una posizione propositiva attraverso riforme economiche e privatizzazioni volte a incrementare le esportazioni di uva locale, con un ulteriore espansione prevista sotto forma di una estesa finestra per il libero scambio", ha riferito Amira Abd-Elmaksoud dell'azienda Elkady ad Eurofruit.
Oltre alle principali varietà, tra cui Early sweet, Sugra one, Flame, Crimson e Red Globe, Magrabi ha investito particolarmente nella selezione e sperimentazione di nuove varietà concesse in licenza da Special New Fruit Licensing (SNFL) di Cambridge. Le sue esportazioni sono sempre state limitate al Regno Unito e all'Europa continentale, ma adesso l'azienda ha ampliato i suoi contatti esportando in 38 paesi di tutto il mondo.
"Stiamo tenendo d'occhio l'espansione dei mercati asiatici e africani e – afferma El Shishiny - abbiamo fatto un buon lavoro per aumentare i volumi e adattarci alle esigenze e alle norme di questi promettenti mercati".
L'azienda Elkady è altrettanto consapevole delle nuove opportunità: "la scorsa stagione, abbiamo aperto mercati per le nostre uve in Spagna, Belgio e Libano oltre a quelli già attivati in Sud Africa, Kenya, Russia, Malesia e Singapore".
Anche se le sfide per gli esportatori di uva egiziana rimangono, dalle limitazioni di stoccaggio ed attrezzature, alla stagione breve, alla deperibilità del prodotto ed al costo elevato dei materiali di imballaggio e lavorazione, questi ostacoli non dissuadono gli operatori. "Stiamo investendo di più nel packaging, negli investimenti in nuovi terreni, in particolare per le colture biologiche, e continuiamo la nostra ricerca per ridurre il consumo di sostanze chimiche" conclude Abd-Elmaksoud.

Fonte: Eurofruit