FORMATO DRIVE-IN, ASSENTE INGIUSTIFICATO IN ITALIA. UNO SPAZIO CHE ANCHE FORME ORGANIZZATE DELLA PRODUZIONE POTREBBERO ATTACCARE PER L'ORTOFRUTTA

FORMATO DRIVE-IN, ASSENTE INGIUSTIFICATO IN ITALIA. UNO SPAZIO CHE ANCHE FORME ORGANIZZATE DELLA PRODUZIONE POTREBBERO ATTACCARE PER L'ORTOFRUTTA
Da diversi anni assistiamo con interesse al fenomeno, già realtà all'estero, dell’aumento delle vendite on line di prodotti ortofrutticoli da parte di molte catene europee della grande distribuzione, come le britanniche Tesco, Asda e Sainsbury’s o l’olandese Albert Heijn. Una tendenza che viene confermata da una recente indagine condotta dall'ente Productshap Tuinbouw, secondo la quale i consumatori dei Paesi del Nord Europa farebbero sempre più spesso la spesa alimentare via web e, se l'acquisto on line di frutta e verdura svolge ancora oggi un ruolo secondario in nazioni come Olanda e Germania, nel Regno Unito avrebbe già “catturato” oltre il 14% dei britannici.
E in Italia? Grande disinteresse: nessuna ricerca in merito, nessuna evidenza empirica. Eppure, mi viene da pensare, non sono poche le catene della grande distribuzione organizzata (canale leader che concentra il 57% delle vendite di ortofrutta secondo gli ultimi dati CSO) - Carrefour, Coop e Esselunga solo per citarne alcune - che da diversi anni stanno proponendo alla clientela servizi di acquisto on line che prevedono consegne a domicilio.
Al di là di questo gap informativo, il vero assente ingiustificato - mi piace chiamarlo così - del nostro “(Bel)paese dei balocchi” è il formato Drive-in (si contano soltanto due negozi test a Torino ad insegna Auchan e Leclerc-Conad) che negli ultimi anni ha ottenuto un notevole successo nella distribuzione alimentare francese, al punto che il fatturato di questo settore sta superando quello dell’e-commerce alimentare con consegna a domicilio. La formula ha conquistato i consumatori francesi per il risparmio di tempo che assicura, senza praticare un prezzo aggiuntivo sui prodotti acquistati, a differenza della consegna a domicilio.
Sulla scia di questa nuova tendenza si è sviluppata nel mercato d’oltralpe un’iniziativa molto interessante che vorrei vedere un giorno anche in Italia. Mi riferisco alla rete di distribuzione conviviale chiamata "Drive Fermier", nata nel novembre 2012 grazie ad un progetto della Camera dell'Agricoltura del Dipartimento della Gironda, poiché apre una nuova frontiera del commercio a km zero dove la comodità dell’acquisto on line e il contatto diretto con il produttore si fondono in un connubio del tutto emozionale. L’utente, dopo aver effettuato l’ordine sul web, può infatti ritirare l’ortofrutta locale presso alcuni punti di smistamento dislocati lungo le strade di maggiore percorrenza. E a quel punto, oltre a procedere al ritiro, potrà costruire relazioni dirette con gli agricoltori, degustare prodotti tipici e conoscerne le caratteristiche principali. Un modo, quindi, utile anche per educare il consumatore e proporre la prova di nuovi prodotti.
Considerando lo spazio di mercato libero lasciato dai best performer della Gdo italiana, ci sentiamo di consigliare ad altri competitor del mercato della vendita diretta, come tutte le forme di organizzazione della produzione e anche singole imprese agricole se di adeguata strutturazione, di entrare con forza nel canale del Drive-in, al fine di acquisire nel breve-medio termine quote di mercato e di affermarsi nella mente dei consumatori come i pionieri di questo canale. Ricordate: la miglior difesa è sempre l’attacco!

Daniele Bianchi - Italiafruit Deputy Editor