AGRICOLA DON CAMILLO, DALLO SCARTO DEI MELONI AL CONCIME NATURALE GRAZIE ALL’IMPIANTO BIOGAS DA 5 MLN DI EURO

AGRICOLA DON CAMILLO, DALLO SCARTO DEI MELONI AL CONCIME NATURALE GRAZIE ALL’IMPIANTO BIOGAS DA 5 MLN DI EURO
Quindicimila quintali all’anno di meloni buttati solo perché brutti da vedere. Così, grazie ad un innovativo impianto a biogas, si è pensato bene di trasformare questa “montagna” di frutta sprecata in prezioso concime. Lo racconta alla redazione de Il Giornale di Reggio Ettore Cagna (nella foto), presidente dell’Agricola Don Camillo.
“L’Agricola Don Camillo è la seconda azienda in Italia per volume di meloni venduti, dichiara Ettore Cagna. Nel 2012 abbiamo prodotto 210 mila quintali di melone. Lo scarto è alto perché il melone è altamente deperibile: si aggira sul 6-7%, quindi 15 mila quintali all’anno”.
In realtà non si deve parlare di scarto ma di sottoprodotto che sarebbe, sottolinea Cagna, “tutto ciò che, pur essendo ottimo per la consumazione, dobbiamo togliere dalla lavorazione perché non ha le caratteristiche per essere venduto. La grande distribuzione chiede un peso e forme standard, perciò i meloni troppo grossi/troppo piccoli o deformati vengono scartati”.



Poter disporre di un concime naturale di alta qualità rappresenta un'esigenza prioritaria per l'Agricola Don Camillo. “I nostri clienti sono rappresentati per la stragrande maggioranza dalla grande distribuzione italiana e - prosegue Cagna - esportiamo in tanti Paesi esteri, dall’Inghilterra a Dubai. Ovviamente questo è possibile in quanto riusciamo a garantire un prodotto estremamente controllato da tutti i punti di vista. Facciamo prodotto di filiera, perciò i nostri clienti vogliono tutte le informazioni, dalla nascita alla raccolta del melone. C’è una scheda tecnica - rileva Cagna - che accompagna il prodotto e che informa sul tipo di terreno, lotto e esame dei concimi. In Italia e all’estero sono molti attenti a questi aspetti, e il produttore che non usa concimazioni chimiche viene premiato. Negli anni, per esperienza, noi abbiamo avuto modo di accertare che il digestato è il prodotto migliore in assoluto, sia per composizione, sia per resa: è nettamente superiore al concime chimico. C’è stata la possibilità di ottenere del digestato di un certo tipo che ci ha spinto a realizzare l’impianto, oltre a credere fermamente nelle energie rinnovabili”.
La progettazione dell’impianto è iniziata nel 2011 mentre la prima accensione risale allo scorso 15 luglio 2012. “Il melone scartato dall’Agricola Don Camillo, fondamentale per la produzione di energia avendo una componente di zucchero importante per la fermentazione - sottolinea Cagna - viene rimandato all’impianto di biogas”. L’impianto ha poi una particolarità: “A differenza di altre strutture del genere, abbiamo montato a fianco del caricatore un mulino che può macinare in automatico e inviare al digestore qualsiasi sottoprodotto ortofrutticolo (oltre al melone, patate, cipolla o barbabietole da zucchero)”.
L’impianto, appena inferiore a 1 megawatt, è costato 5 milioni di euro. Una spesa notevole che l’Agricola Don Camillo (con un fatturato 2012 pari a 32 milioni di euro) ha sostenuto grazie all’aiuto di un istituto di credito. “Nonostante i costi di gestione rilevanti, contiamo di ammortizzare l’intero investimento nell’arco di 8-10 anni”, conclude Cagna.

Fonte: Il Giornale di Reggio