LA SOSTENIBILITÀ PUÒ ESSERE TERRENO DI INCONTRO TRA INDUSTRIA E DISTRIBUZIONE?

LA SOSTENIBILITÀ PUÒ ESSERE TERRENO DI INCONTRO TRA INDUSTRIA E DISTRIBUZIONE?
Esistono le basi per una "filiera sostenibile" condivisa da Industria e Distribuzione che dia risposte concrete alla domanda di valore di cittadini, che consumano sempre meno, ma che sono disposti a usare le loro ridotte capacità di acquisto per consumare meglio?
Questo interrogativo è stato al centro dei lavori del workshop "SostenibiIità: terreno di incontro tra Industria e Distribuzione" promosso da Legambiente svoltosi giovedì scorso a Milano.
Produttori e retailer hanno messo a confronto le loro esperienze in materia, moderati e incalzati dal direttore di Retail Watch, Luigi Rubinelli, ma anche dalle domande del pubblico in sala e degli utenti twitter che hanno seguito i lavori attraverso i "canali" di Aida Partners Ogilvy PR e Legambiente.
Per Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente, dall'attuale crisi sistemica si potrà uscire solo se tutti i cittadini collaboreranno attivamente alla costruzione di un nuovo sistema improntato più alla qualità che al volume dei consumi. Muroni ha richiamato Industria e Distribuzione a fare la loro parte e scrivere insieme una nuova pagina della green economy in Italia.
"Tra il riciclabile sbandierato per altri materiali e il riciclato del vetro c'è una bella distanza – ha sostenuto Giuseppe Pastorino, Amministratore Delegato Verallia (Gruppo Saint-Gobain) -. Noi ogni anno ricicliamo qualcosa come 650 mila tonnellate di rottame di vetro per la produzione di nuovo packaging in vetro alimentare".
Il confronto si è sviluppato nella mattinata evidenziando la quantità e la qualità delle esperienze maturate dai produttori e dai retailer italiani. Si va dall'abbattimento del 10% nelle emissioni ambientali ottenuto dall'0leificio Zucchi di Cremona a fronte di un incremento produttivo del 13%, alla riduzione degli imballi e l'avviamento alle onlus di oltre 300 tonnellate di surplus alimentare da parte della catena Simply, o ancora il drastico taglio alla stampa di volantini deciso da Unes.
Al termine del workshop le conclusioni sono partite dalla constatazione che il notevole impegno profuso dalle singole realtà aziendali dell'Industria e della Distribuzione viene poi disperso in tanti rivoli o, comunque, si blocca dinanzi all'incognita rappresentata dal comportamento del consumatore. Un consumatore sicuramente più attento alla qualità e alle informazioni che vengono fornite sui prodotti, disposto a premiare quelli con caratteristiche di maggiore sostenibilità e responsabilità socio-ambientale, a patto che il relativo prezzo di acquisto non comporti eccessivi mark-up, non per tutti "sostenibili".

Fonte: Legambiente