Clementine importate, occhio all'effetto boomerang

Il monito di Gallo (Agricor): «Il rischio è di trovare un mercato pesante e deprezzato»

Clementine importate, occhio all'effetto boomerang
La campagna clementine muove i primi passi. Si vedono i primi agrumi sul mercato e si apre la fase più delicata della campagna commerciale, quella dell'esordio, quella dove convivono frutti provenienti dall'estero e le primizie italiane. "La fase dove è più facile deludere il consumatore e allontanarlo così dall'acquisto futuro", ricorda Natalino Gallo, presidente dell'Op Agricor di Corigliano Calabro (Cosenza). 

L'Organizzazione di produttori ha in programma il primo scarico di clementine per il 10 ottobre, in ritardo di cinque giorni rispetto alla tabella di marcia dello scorso anno. "Sul clementino precoce bisogna fare attenzione, c'è tanta merce che arriva dalla Spagna ed è completamente asciutta: per il consumatore italiano, abituato a standard qualitativi alti, è una delusione. E quando arriva la produzione nazionale, con le varietà giuste, rischia di trovare un mercato pesante e deprezzato", rimarca Gallo.



Dunque, cosa fare? "A mio modo di vedere sarebbe meglio attendere un attimo e offrire gli agrumi freschi, succosi e gustosi della produzione italiana: il consumatore ne sarebbe sicuramente più soddisfatto, mentre gli investimenti e gli sforzi dei produttori sarebbero giustamente valorizzati - risponde l'imprenditore calabrese - Ho notato partite di Orogros granulose e asciutte, anche noi avevamo provato questa varietà per il precoce, ma al terzo anno, visto che la qualità organolettica non ci soddisfaceva, ne abbiamo estirpati 11 ettari".

La campagna clementine dell'Op Agricor inizia con la varietà Caffin per poi passare al Clementino comune verso il 20-25 ottobre. "Manca prodotto, circa il 50% - conclude Natalino Gallo - Ma con il clima caldo e asciutto che ci è stato si è sviluppata una qualità organolettica eccezionale". 

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