Mele, come costruire una nuova qualità

Le tecnologie e la sfida della selezione sulle caratteristiche interne

Mele, come costruire una nuova qualità
Ve lo immaginate un percorso della bontà dove la tecnologia diventa garante del piacere? Frutti, in questo caso mele, non solo riconoscibili agli occhi del consumatore per colore e pezzatura, come siamo abituati oggi, ma perché il loro sapore distintivo è costante, perché la promessa di gusto fatta dal produttore è rispettata dal primo all'ultimo morso, dal primo all'ultimo frutto acquistato.

Un cambio di prospettiva che consentirebbe un importante aumento del valore della proposta e proprio di questo si è parlato venerdì scorso nell'ambito della nostra diretta “Mele, le nuove frontiere della selezione” (clicca qui per rivederla).

“Il sorting delle mele finora si è focalizzato sulle caratteristiche alla base della commercializzazione: calibro, colore, difetti della buccia, siamo quindi nella sfera dell'aspetto esteriore, dell'abito del frutto – ha detto Angelo Benedetti, presidente di Unitec – Tutto questo ha una connessione correlata alla seduzione: si è sempre pensato che un frutto bello, colorato e di buona pezzatura potesse veicolare le vendite. Ultimamente, però, sta emergendo un aspetto più intimo della qualità e c'è la possibilità di guardare alle caratteristiche interne del frutto, eliminando i frutti che presentano difettosità nella polpa; ma siamo sempre nel campo di togliere dall'offerta ciò che non è buono. Credo che l'aspetto veramente nuovo sia di considerare la bontà che ci può essere all'interno del frutto, questa è la nuova frontiera per accrescere i consumi”.



“Il mercato delle mele è a una svolta epocale – ha aggiunto Roberto Della Casa, fondatore di Agroter e Italiafruit News – Stiamo andando verso una segmentazione che non considererà più solo l'aspetto esteriore del frutto, ma associerà il brand all'esperienza palatale e le tecnologie saranno indispensabili: rappresentano l'unico modo per mantenere le promesse”.

Tecnologie quindi come prezioso alleato della produzione melicola per segmentare il mercato. “Il cuore della tecnologia, per come la intendiamo noi, è di affiancare la produzione e diventare garanti del piacere che il consumatore ha provato durante l'assaggio: entrare nel frutto, estrarne le caratteristiche distintive e poi garantirle nel tempo. E' un percorso di costruzione della qualità che si può fare esclusivamente con il cliente – ha illustrato il presidente di Unitec – La nostra tecnologia è un'esperienza, un know-how che mettiamo a disposizione di aziende con progetti di crescita e di fidelizzazione del cliente: siamo in grado di studiare con loro soluzioni tecnologiche di qualità interna per analizzare parametri come il grado brix, l'acidità, la durezza, il grado di maturazione, la succosità, la sostanza secca e la relazione tra tutte queste caratteristiche per determinare la mela desiderata. Dobbiamo prenderci la responsabilità di offrire ai consumatori ciò che per loro è buono e dobbiamo avere la capacità di ripeterlo, lavorando gomito a gomito per creare un percorso che dia garanzie di soddisfazione ogni volta che si fa la spesa”.



Paolo Gerevini, direttore generale di Melinda e La Trentina, ha ricordato l'importanza di “leggere il mercato capendo cosa chiede e chiederà, adeguando la nostra offerta complessiva: Melinda ha individuato una marca che facesse da garante e ha poi investito su questa, parliamo di 80 milioni di euro negli ultimi trent'anni per le iniziative dirette al consumatore. A livello mondiale l'offerta di mele continua ad aumentare e come produttori dobbiamo agire su una scala diversa, andando a caccia di un valore garantito per la filiera. Il tema del gusto è centrale in un mercato che si sta continuando a polarizzare e dove cresce la fascia premium: a noi interessa catturare chi è interessato a un'emozione e a un gusto non banale. Serve quindi continuare a lavorare per la qualificazione dell'offerta e per questo la tecnologia è indispensabile”.

Enrico Magnano, direttore operativo di Solfrutta, ha sottolineato come la linea di calibratura mele Unisorting abbia aiutato la sua azienda a ridurre i costi di manodopera e ad avere un controllo di qualità adatto a fidelizzare i clienti più esigenti, “quelli che stanno tornando ad apprezzare il gusto della merce. Il futuro sarà quello di lavorare in questa direzione: qualità interna ed esterna, ciò ci permette di essere un passo avanti rispetto a chi queste tecnologie ancora non le ha. Unitec ci fa correre: periodicamente aggiorna i software, un affiancamento continuo che ci permette di essere sempre al passo coi tempi”.



“Nella mela il fattore estetico è basilare – ha ricordato Fabrizio Magnano, responsabile qualità di Solfrutta – Con l'aiuto di Unitec possiamo ora distinguere tra prodotti più dolci e più acidi, ad esempio, in modo da selezionarli e offrirli a chi più apprezza una caratteristica o l'altra. Il futuro si gioca proprio su questo fronte, sulla distinzione a livello di sapore, succosità... e poi in prospettiva in un confezionamento automatico che può permettere un cambio di passo importante nelle nostre realtà: in Italia abbiamo carenza di manodopera qualificata e costi del lavoro importanti rispetto ai competitor. La tecnologia ci può aiutare a tenere alto il valore della mela italiana nel mondo, valorizzando gli aspetti gustativi”.



E guardando avanti il prossimo grande passo è quello della robotica. “Esistono varie aree dove c'è la possibilità di dare un aiuto concreto e pratico alle centrali ortofrutticole, per esempio dove è ora necessario l'impiego di molta manodopera, come nel confezionamento delle mele – ha concluso Angelo Benedetti – Qui la robotica potrà aiutare in maniera sensibile, andando ad eliminare lavori alienanti e faticosi, riducendo i costi e aumentando l'efficienza”.

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