Ortofrutta in Gdo, primi segnali in controcifra

Le nuove zone rosse potrebbero mitigare le perdite. Il punto con i distributori

Ortofrutta in Gdo, primi segnali in controcifra
Le vendite di ortofrutta in Gdo hanno iniziato il tanto temuto confronto con l'exploit registrato nel 2020, quando con l'inizio della pandemia e le prime restrizioni gli italiani si sono fiondati ad acquistare cibo e fare scorte, spinti dalle paure indotte dal diffondersi del coronavirus. Il momento della controcifra è arrivato, un paragone che ora vede lo spettro di un nuovo lockdown o comunque un'Italia che si colora di rosso e arancione scuro e che potrebbe quindi limitare le perdite del reparto.

La situazione a macchia di leopardo non aiuta l'analisi, ma con l'aiuto di alcuni distributori abbiamo cercato di tracciare un quadro rappresentativo della situazione sulle due settimane passate, la 8 e la 9, e soprattutto di capire cosa aspettarci nelle prossime.

Partiamo con Claudio Mazzini, responsabile Freschissimi di Coop Italia, insegna presente in quasi tutte le regioni della Penisola. “Il trend delle ultime due settimane, rispetto al 2020, è ovviamente negativo come peraltro ci aspettavamo. La flessione è certamente più forte laddove lo scorso anno le misure di contenimento erano più severe”, spiega il manager facendo chiaro riferimento alle aree del Nord Est e Nord Ovest, in cui l’anno scorso si palesarono i primi casi. “Nel 2020, in questo periodo - continua Mazzini - eravamo in una condizione di maggior fragilità emotiva e vi fu la corsa ad accaparrarsi i generi alimentari di primaria necessità come pasta, olio, conserve e farina. La stessa cosa successe per mele e patate, ad esempio, appartenendo a questa tipologia di beni rifugio. Tuttavia, sembra che ad oggi non siano più vissuti come tali. C’è maggiore fiducia e non c’è motivo per ricorrere agli accaparramenti”.



Anche la frequenza di acquisto sta dando segnali di riduzione, anche se non in misura tale da giustificare il calo dei consumi. In merito alle prossime settimane il responsabile Freschissimi Coop conferma che “il piano promozionale è già impostato e per come noi di Coop lo intendiamo, ovvero promozioni per far conoscere i prodotti e non per svilirli, non sarà modificato in corsa. Anche a livello assortimentale non prevediamo cambiamenti significativi, la filiera ha già dimostrato la sua formidabile resilienza e capacità di adattamento. Quindi, a meno di scelte sanitarie estreme, come un nuovo lockdown generalizzato, non credo vedremo stravolgere le normali e corrette logiche commerciali di filiera".

Passiamo al Nord Ovest con Giovanni Sansone, responsabile acquisti ortofrutta Dimar (Selex), catena radicata in Piemonte e Liguria. "Le due settimane passate, la 8 e la 9, sono state negative sia a valore che a volume. Prevedibile considerando che l’anno scorso è stato proprio il Nord Ovest una delle prime aree in cui si è assistito all’assalto degli scaffali - osserva Sansone - Tuttavia, la settimana appena chiusa, la 9, è meno negativa della 8 e questo può derivare da avvisaglie di chiusura totale che hanno portato parte delle persone a replicare i comportamenti del 2020. Per mele e soprattutto patate trend negativi e peggiorativi rispetto alle settimane precedenti di febbraio. Per la IV Gamma, invece, c’è più allineamento nei trend rispetto alle prime settimane di febbraio, che sono sempre però negativi".



"La frequenza di acquisto sembra mantenersi su livelli bassi, con conseguente scontrino medio e penetrazione di reparto alti. Da sabato 6 è obbligatoria una persona per carrello e questo sicuramente non agevola gli acquisti. È difficile fare previsioni, al momento cerchiamo di osservare. Ad esempio, nei nostri negozi ci si aspetta un minore afflusso durante la settimana a causa della didattica a distanza anche nelle scuole inferiori - conclude il manager Dimar - con conseguente concentrazione durante il pomeriggio e soprattutto il sabato".

Spostandoci al Nord Est, ascoltiamo Simone Bissolo, acquisti Ortofrutta Maxi Di (Selex), distributore molto presente in Lombardia e Veneto. Anche in questo caso si confermano trend negativi, a maggior ragione perché i primi focolai iniziarono proprio in queste zone. Anche in questa realtà sembra essersi sedimentata una minore frequenza di acquisto, ulteriormente acuita nelle ultime settimane.



"È difficile fare previsioni per il futuro - dice Bissolo - L’unica cosa che si può fare è navigare a vista, anche perché le cose cambiano da un giorno all’altro".

Concludiamo con il Centro Sud. Michele Capoccia, responsabile acquisti ortofrutta Pac2000A Conad. Qui la situazione è un po' diversa a causa del ritardo con cui il Covid nel 2020 si è manifestato. "I trend nelle settimane passate sono infatti positivi, ed anche a livello di prodotti crescite in linea col reparto, a parte gli agrumi che soffrono da fine anno - illustra Capoccia - Oltre alle arance, inspiegabile il trend negativo per i limoni, categoria stabilmente in crescita da anni. A livello di frequenza di acquisto non abbiamo notato fino a gennaio un completo ritorno alla normalità e da adesso potrebbe solo peggiorare ed in ogni caso dipende molto da quanto le persone staranno in casa".



"Ci aspettiamo però da questa settimana un cambio di segno, considerando che al Sud lo scorso anno iniziò proprio nella settimana 10 l’assalto agli scaffali. Tuttavia, da lunedì la Campania è rossa, il che potrebbe mitigare la controcifra. Inoltre il risultato è molto legato alla possibilità o meno di tenere aperti i mercati. Non ci sono grandi certezze - conclude Capoccia - e dobbiamo ragionare su diverse regioni con situazioni variabili".

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