«Peperoncini, la media piccantezza va per la maggiore»

In Romagna la società Alba coltiva 50 varietà bio: piante, prodotto fresco e trasformato per la Gdo

«Peperoncini, la media piccantezza va per la maggiore»
Negli ultimi anni i gusti degli italiani sono diventatati piccanti ma sono in pochi quelli determinati a risalire la scala Scoville. Se aumenta il numero di coloro che scelgono il peperoncino per insaporire i propri piatti, gli amanti dell’ultrapiccante si contano sulle dita.
A sostenerlo è Angelo Bullini, titolare della società agricola Alba di Bellaria Igea Marina (Rimini) specializzata nella produzione di peperoncino biologico, che spiega a Italiafruit News: “E’ sempre maggiore la diffusione del peperoncino a media o bassa piccantezza come quello che si trova in polvere, in olio o nelle confetture, gusti molto graditi. Al contrario il prodotto ultrapiccante è solo per i palati più resistenti. Vendiamo spesso le piante di peperoncino ultrapiccante, ma molti clienti a tornano poi a preferire un prodotto di piccantezza moderata”.



L’azienda è pronta ad accontentare tutti i gusti, con circa 50 varietà in vaso. “Nel terreno ne coltiviamo solo una ventina, destinati al prodotto fresco o trasformato – sottolinea il produttore – Dopo la semina a novembre, coltiviamo le piante in serra fino ad aprile: arrivati a questo punto selezioniamo quelle da vendere e trapiantiamo quelle destinate alla produzione e ai semi. I volumi finali sono perfettamente distribuiti tra piante, prodotto fresco e prodotto trasformato”.
Nella sezione trasformati si trovano confetture, condimenti, salse, sott’oli e polveri, tutti acquistabili tramite l’e-commerce (clicca qui per accedere).



“Nell’ultimo anno con il commercio online siamo riusciti a recuperare il decremento di vendite dovuto alla chiusura dei dettaglianti e dei garden a cui ci rivolgiamo e all’assenza delle fiere fisiche – commenta Bullini – a un certo punto abbiamo inserito anche la vendita delle piante, che abbiamo spedito in Sicilia e Sardegna tramite un confezionamento ad hoc. C’è da dire però che il funzionamento dell’e-commerce non è facile, impone costi di gestione elevati a fronte di prezzi sempre più bassi”.



Tra gli altri canali di riferimento dell’azienda c’è anche la Gdo nazionale: “Tramite una centrale di acquisto in nord Italia, distribuiamo il nostro prodotto fresco e trasformato in tutta la penisola. Ogni tanto arriva anche qualche richiesta di prodotto fresco dall’estero. Il nostro peperoncino biologico è di nicchia, autoproduciamo i nostri semi e la nostra filiera è completa: ci piacerebbe comunque implementare la distribuzione del prodotto trasformato in Gdo e vendere anche le piante, magari con scontistiche dedicate nel periodo maggio/giugno”.



Tra le varietà preferite dai consumatori nell’ultrapiccante spiccano il Carolina Reaper, il Trinidad Moruga Scorpion Red e la varietà Habanero, utilizzati principalmente per il consumo fresco. Tra i peperoncini a media piccantezza, generalmente destinati alla trasformazione, i più scelti sono il Jalapeno messicano, il Diavolito e il Tondo calabrese. Oltre al peperoncino biologico, l’azienda produce anche un’ampia gamma di ortaggi come insalate, zucchine, pomodori, cetriolini, meloni e bietole.

“Prestiamo grande attenzione alla coltivazione biologica – conclude l'imprenditore – e ci piacerebbe realizzare nuovi impianti ecosostenibili ma, come al solito, i finanziamenti a fondo perduto finiscono sempre ai grandi del settore e le piccole aziende come la nostra rimangono escluse”.



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