Frutta secca, Plimont solo sfiorata dalla crisi

Dal Mercato di Verona Jacopo Montresor parla di trend e criticità

Frutta secca, Plimont solo sfiorata dalla crisi
Vede il bicchiere mezzo pieno Jacopo Montresor, titolare dell'azienda Plimont, attiva all'interno del Centro agroalimentare di Verona:  "Il momento per l'ingrosso è difficile, ma potrebbe andare peggio. Per quanto ci riguarda, la frutta secca rappresenta quasi il 100% del business e da tempo vive un periodo di boom solo in parte offuscato dalle attuali difficoltà causate dalla pandemia... Abbiamo subito un certo calo causato dalla minor richiesta da parte del settore dolciario e dell'Horeca e tuttavia il bilancio non può essere definito negativo".



Montresor (foto sopra) evidenzia che il trend è confortante in particolare per noci in guscio, mandorle, datteri, arachidi, nocciole tostate, pistacchi: "La nostra gamma è molto ampia, il giro d'affari è lievemente inferiore rispetto all'inizio del 2020 ma va considerato che i prezzi della materia prima sono in sensibile flessione soprattutto per alcuni articoli quali nocciole e mandorle. Il panorama è comunque composito: nella frutta secca, guai generalizzare e semplificare".



Plimont (acronimo del fondatore Plinio Montresor che nel 1950 inizio l’attività di import e commercio di ortofrutticoli freschi per poi specializzarsi, 25 anni dopo, nell'import, trasformazione e  commercializzazione della frutta secca) rappresenta una realtà dinamica che opera anche nell'ambito del disidratato e dei legumi. Tra i punti di forza, l'evasione degli ordini nell'arco temporale massimo di tre giorni e la versatilità sul fronte del confezionamento, con packaging che oscillano tra i 20 grammi e i 25 chili. 

 

Per Montresor in definitiva, l'ingrosso ortofrutticolo sta risentendo sì di un arretramento rispetto all'analogo periodo dello scorso anno ma in termini molto più soft rispetto all'extra-alimentare: "Non lamentiamoci e guardiamo avanti con fiducia".

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