Sicilia, la mano della mafia sull'ortofrutta

Sicilia, la mano della mafia sull'ortofrutta
La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha emesso un decreto di fermo - eseguito ieri dai Carabinieri - nei confronti di 23 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso (cosa nostra e stidda), concorso esterno in associazione mafiosa, favoreggiamento personale, tentata estorsione ed altri reati aggravati poiché commessi al fine di agevolare l’attività dell’associazione di tipo mafioso.

Le indagini, avviate nel 2018, si sono sviluppate nella parte centro orientale della provincia di Agrigento ove risulta attivo il mandamento mafioso di Canicattì. Le attività investigative, nel fare luce sugli assetti di cosa nostra agrigentina ed in particolare del suddetto mandamento, hanno consentito di documentare, l’attuale operatività delle sue articolazioni territoriali, rappresentate dalle famiglie di Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa e Licata, nonché individuarne gli esponenti di maggior rilievo.

Oltre al generalizzato controllo della criminalità comune, estremamente significative sono le infiltrazioni di cosa nostra e della stidda nelle attività economiche. Al riguardo, grande rilievo assume il controllo e lo sfruttamento del lucrosissimo settore commerciale delle transazioni per la vendita di uva e di altri prodotti ortofrutticoli della provincia di Agrigento che, oltre a garantire rilevantissime entrate nelle casse delle organizzazioni, permetteva loro di consolidare il già rilevante controllo del territorio.

In tale quadro, è stato pure sventato un progetto omicidiario organizzato dagli esponenti della stidda in danno di un mediatore e un imprenditore che non avevano corrisposto – a titolo estorsivo – alla nominata associazione mafiosa parte dei guadagni realizzati con le loro attività.

"La vicenda conferma che la filiera agroalimentare continua ad essere nel mirino di società criminali – sottolinea in una nota Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati -. Per questo motivo il nostro network, fin dalla sua creazione, ha messo in primo piano la legalità, sviluppando una costante collaborazione e comunicazione con tutte le Forze dell’Ordine, mettendo a punto un codice etico che garantisce trasparenza delle transazioni. Il sistema dei Mercati pubblici all’ingrosso continua a rappresentare un argine fondamentale per evitare lo sviluppo di attività malavitose che falsano competitività e concorrenza commerciale a tutti i livelli, danneggiando imprese, lavoratori e territorio. Italmercati condanna queste infiltrazioni criminali nelle attività economiche, appoggia l’attività delle Forze dell’Ordine e sostiene tutti gli imprenditori che in modo onesto garantiscono la tenuta del settore dell’ortofrutta”.