Morìa del kiwi, niente assicurazione

La richiesta della Conferenza delle Regioni non è stata accolta dal Mipaaf

Morìa del kiwi, niente assicurazione
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ci aveva provato a far inserire la morìa del kiwi tra le fitopatie assicurabili. Ma nel Piano di gestione dei rischi in agricoltura 2021 la piaga che ha colpito l'actinidia non è stata ricompresa.

A metà dicembre, infatti, la Conferenza aveva espresso un'intesa sull'approvazione  del Piano proposto dal Mipaaf, ma aveva segnalato la necessità di inserire la morìa del kiwi tra le Fitopatie assicurabili o assoggettabili a copertura mutualistica a carico delle produzioni vegetali. Nell'elenco che copre una trentina di malattie delle piante - dall'alternaria alla botrite, dal colpo di fuoco alla maculatura bruna - però la moria del kiwi non c'è.



D'altronde tra le infestazioni parassitarie assicurabili c'è anche la cimice asiatica, ma trovare un'assicurazione che proponga una polizza per tutelare i produttori dall'insetto alieno è compito arduo: nessuno si accolla un rischio così alto. E visto che sulla morìa ci sono ancora tanti punti ignoti, e soprattutto non c'è una strategia chiara di intervento attivo per difendersi, da parte delle compagni assicurative difficilmente si sarebbe riscontrato interesse nell'offrire una copertura.

Le Regioni, però, ci hanno provato. A partire dal Lazio, primo produttore nazionale con il 33% dei kiwi italiani e - secondo i dati dell'Arsial - 9.493 ettari di superfici coltivate. Qui la morìa, sempre stando ai dati dell'agenzia regionale, ha causato la perdita di oltre 2.000 ettari di superficie e del 20-25% circa delle produzioni. Prima delle assicurazioni serve una ricerca per individuare le cause della sindrome da declino precoce dei kiwi - e su questo sta lavorando, tra gli altri, anche il Crea - poi trovare i rimedi. Nel frattempo non vanno lasciati soli i produttori colpiti.

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