A noi l'aggregazione non serve!

Riflessioni dopo l'ok alla fusione tra Fiat Chrysler e Peugeot

A noi l'aggregazione non serve!
Il semaforo verde della Commissione Europea per la fusione tra Fiat Chrysler e Peugeot, dopo l'analisi e il via libera dell'Antitrust Ue, dovrebbe far rombare anche i motori dell'ortofrutta. Il nostro settore, invece, vacilla nell'eterno indecisionismo e l'operazione delle due case automobilistiche ha per un momento messo in discussione il valore dell'aggregazione che come Italiafruit News da sempre difendiamo.

La prima integrazione tra Fiat e Chrysler poteva essere valutata come una genialata finanziaria e lobbistica escogitata dalla brillante mente di Sergio Marchionne – difatti si trattava di due imprese che operavano su due mercati sostanzialmente diversi e lontani, che hanno messo in comune pochi vantaggi competitivi e tante debolezze – e ciò spiegava perché i produttori di pere dell'Emilia-Romagna o quelli di clementine della Calabria, tanto per fare due esempi che in questi giorni sono sulla bocca di tutti, si ostinassero a continuare a gestire le loro attività separatamente. Operano sugli stessi mercati, in concorrenza, quindi non vi è nulla di meglio che rimanere soli e isolati di fronte a interlocutori commerciali potenti e in fase di progressiva aggregazione. Chiaro, no?



Ma la nuova fusione che, nel campo dell'automotive, si completerà nei primi mesi dell'anno prossimo mette tutto in discussione, fa scricchiolare il ragionamento, toglie il terreno da sotto i piedi: se le proprietà di Fiat-Chrysler e Psa, gruppi che operano sullo stesso mercato e detengono quote importanti nelle rispettive piazze di riferimento, hanno deciso di aggregarsi, allora come si spiega la cronica disaggregazione dell'ortofrutta? Come è possibile che la famiglia Agnelli e lo Stato francese (che in Psa ha una quota paritaria a quella della famiglia Peugeot e della Dongfeng Motor Company) sentano più bisogno di aggregarsi che un produttore agrumicolo della Piana di Sibari? I grandi costruttori di automobili non hanno certo sulla loro testa la spada di Damocle dei grandi retailer, visto che vendono le loro auto nei propri negozi, le concessionarie.



Ed ecco l'illuminazione (non quella del semaforo verde): non è che l'aggregazione sia un falso problema in ortofrutta? Che cimice asiatica, maculatura bruna e alternaria siano l'origine dei problemi delle pere e non solo un'aggravante? Così come le clementine soffrano solamente per il piccolo calibro di quest'anno e non per la mancanza di coordinamento produttivo e commerciale tra gli operatori del settore?

Una prospettiva tutto sommato comoda, non trovate? Diamo la colpa a un insetto, puntiamo il dito contro un calibro ridotto e per le difficoltà c'è sempre un capro espiatorio e un motivo per cui piangere e chiedere aiuto. L'aggregazione? La facciano pure gli altri! Ed è proprio così: dalla distribuzione moderna al settore automobilistico pare che l'aggregazione vada di gran moda, che funzioni dappertutto fuorché in ortofrutta. Qui il semaforo resta rosso.

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