Soddisfazione consumatori, sul podio Esselunga, Conad, Coop

La graduatoria del primo indice annuale di preferenza dei retailer italiani

Soddisfazione consumatori, sul podio Esselunga, Conad, Coop
L'insegna che soddisfa di più i consumatori? Esselunga. E' quanto emerge dalla ricerca effettuata nel settembre scorso su 16 insegne e un campione di tremila persone da Dunnhumby (Gruppo Tesco). Il player operante nel comparto Data Science nel retail e nella consumer experience ha presentato il primo indice annuale di preferenza dei retailer Italiani (RPI) per il canale alimentare, già consolidato negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in alcuni Paesi europei come Spagna e Portogallo.

Prima per 5 fattori su 6 (quelli considerati sono prezzo percepito, relazione, qualità dei prodotti, varietà, praticità, esperienza d'acquisto), Esselunga precede Conad, Coop, i due discounter Eurospin e Lidl, Bennet, Alì, Iper La Grande I, Carrefour e Interspar, che chiude la top ten.



La leva del prezzo - spiega Gianluca Carrera, chief solutions officer di Dunnhumby - è la prima per importanza in Italia a differenza di Spagna e Portogallo, dove invece è la praticità (velocità alla cassa, posizione e facilità d’acquisto) il principale criterio di scelta. Nel nostro Paese si sta assistendo a una polarizzazione tra operatori premium e discount. Ma se in Germania, Francia e Regno Unito la quota dei primi cinque player oscilla è tra il 75% e l’80%, in Italia non va oltre il 52% del mercato. Un tessuto commerciale polverizzato che sta provando ad aggregarsi. In ogni caso - come emerge dalla ricerca - in tempo di coronavirus, la Gdo ha soddisfatto gli italiani che non sono mai rimasti a corto di prodotti.



Tecnologia e consumatore al centro faranno la differenza in futuro, stando al report, con alcune peculiarità, in primis la varietà di referenze fresche e la qualità (Dop e Igp) che si confermano del Dna degli italiani.  Lo studio, ancora, evidenzia che "siamo di fronte a scenari mutevoli, con il Covid che ha impattato in modo discriminante nelle modalità di relazione con i punti vendita, dove imperano tecnologie sempre più dirompenti, nuovi concorrenti, margini in diminuzione e chiusure di punti vendita". Ma ritiene anche che siamo "in uno dei periodi migliori per i retailer, ai quali è offerta l'opportunità di ridisegnare strategie e azioni di retention e proporre nuove soluzioni nell'ottica di ottenere una crescita sostenibile mettendo i clienti al primo posto". 

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