«Basta generalizzare, non tutte le clementine sono in crisi»

Oriolo (Agrusib): «Ecco i fattori che minano la redditività del prodotto comune»

«Basta generalizzare, non tutte le clementine sono in crisi»
La generalizzazione non fa bene alle clementine. Ne è convinto il produttore Domenico Oriolo, presidente della cooperativa Agrusib e vice presidente dell'Op Natura.



"Leggo ogni giorno notizie e riflessioni sulle clementine di personaggi che parlano probabilmente per sentito dire, facendo un terrorismo pscologico che a mio parere nuoce alla fine a tutti - è il ragionamento dell'imprenditore - Si grida al lupo in maniera generalizzata, dimenticandosi di andare a scovare veramente quali siano le cause della crisi di alcune produzioni di clementine. Non tutte le clementine sono in crisi, i produttori che veramente investono su questa coltura, che ci lavorano tutto l'anno, hanno un prodotto eccellente che spunta ancora prezzi discreti a seconda del calibro naturalmente e della qualità. E' vero, ci sono quest'anno tante clementine di calibro piccolo, ma chiediamoci il perché. Non è dovuto solo al clima, ma anche a tanti altri fattori, prima di tutto alla poca professionalità di molti produttori di clementine, che io definisco della domenica, cioè quelli che dedicano solo poche giornate di lavoro al proprio agrumeto, pensando che in fondo le clementine crescono da sole e che siano tutte uguali. Non è assolutamente così, e mi piacerebbe che venisse testimoniato".



Oriolo, riferendosi alla presa di posizione di Coldiretti Calabria sui costi di produzione (clicca qui per leggerla), dice che "se fossero veramente di 30/35 centesimi il chilo, come testimonia l'esponente dell'associazione, non ci sarebbero più clementine nella piana di Sibari".

Ma quali sono i nodi da superare e come si dovrebbe organizzare la produzione? "Prima di tutto occorre personale preparato per le varie operazioni colturali, e questo spesso manca, poi c'è una frastagliata e disorganizzata base produttiva - risponde il presidente di Agrusib - Ma noto anche mancanza di professionalità nelle fasi di commercializzazione: tutti questi sono aspetti che minano la redditività delle clementine comune, varietà che va necessariamente ridimensionata e sostituita con altre che occuperanno quello spazio commerciale che oggi è ad appannaggio dalle clementine di provenienza estera. Un ultima considerazione da fare: lo scorso anno quando la produzione delle clementine toccò il suo minimo produttivo ed i prezzi schizzarono alle stelle, non ho sentito nessun lamento - conclude Domenico Oriolo - dunque il problema è da ricercarsi nella eccesssiva concentrazione dell'offerta in un arco temporale ristretto".

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