Clementine, non ci sono scorciatoie

Un comparto più coordinato per lasciarsi alle spalle tanti problemi

Clementine, non ci sono scorciatoie
Il clima che mette i bastoni tra le ruote e un'organizzazione di filiera che non permette una gestione del prodotto. Se nei confronti di Madre Natura si può fare poco, a livello organizzativo la clementina italiana deve spingere sull'acceleratore per avere un comparto più coordinato.

Dai problemi climatici ai calibri, dalla promozione del piccolo agrume alla campagna commerciale, per arrivare a un sistema che superi la frammentazione esistente: tutti questi temi sono stati al centro de "La clementina in diretta", trasmessa venerdì scorso sulla pagina Facebook di Italiafruit News (clicca qui per rivederla).

Un confronto che ha visto protagonisti Giorgio Salimbeni (presidente Consorzio Clementine di Calabria Igp), Nicola Faccio (area manager ortofrutta Aspiag Service - Despar Nordest), Natalino Gallo (presidente Op Agricor) e Roberto Della Casa (managing director di Agroter e Italiafruit News).



"Negli ultimi anni si è modificato il clima, abbiamo precipitazioni al di sotto le medie e picchi in alcuni giorni - ha ricordato il presidente Salimbeni - la temperatura è uno degli elementi fondamentali oltre al fotoperiodo per dare gli imput alla pianta nella fase di fioritura, di allegagione e crescita del frutto. La Piana di Sibari, come tutto il Sud Italia, aveva un clima tipicamente mediterraneo e ora è sub-sahariano, con oscillazioni tra giorno e notte che superano i 20 gradi. Il clima di quest'anno ha influenzato la produzione, con una prevalenza di calibro medio-piccolo".

Ma il cima incide anche sui consumi. "Le clementine sono legate all'autunno e ai primi freddi - ha detto Faccio - Siamo partiti più lentamente del solito perché abbiamo avuto ottobre e inizio novembre caldi, con temperature al di fuori della normalità. Ora si sta recuperando. Fortunatamente la qualità è ottima".

In Despar Nordest la clementina è segmentata tra un prodotto di filiera al centro della proposta, un primo prezzo con brand privato e un articolo di fascia alta. "Quest'anno i category hanno fatto più attenzione sulle clementine medio-piccole nei formati convenienza, ma proponiamo trasversalmente le tre tipologie - ha aggiunto il manager - Segmentiamo l'offerta per un acquisto chiaro, usando marchi propri. Col premium negli ultimi anni stiamo avendo grandi soddisfazioni: abbiamo un co-marketing con il Consorzio Clementine di Calabria Igp da cui è scaturita una confezione su base nera, riconoscibile, per noi premium vuol dire prodotto con caratteristiche di qualità, chiare e riconosciute".



Faccio ha poi ricordato l'importanza per i distributori di avere prodotto italiano per una finestra ampia della campagna, suggerendo di investire sul precoce e togliere qualche cosa al centro della stagione, dove spesso la massa critica è elevata. "Abbiamo un inizio e un fine stagione molto importante in tema di vendite, ottimizziamolo", è la sollecitazione.

La connotazione territoriale è un elemento importante, come ha ricordato Roberto Della Casa. "Le esperienze di connotazione dei prodotti locali, ovviamente di qualità adeguata, vivono situazioni estremamente positive e potrebbero essere utilizzate ancora di più in chiave di marketing. Quando parliamo di sostenibilità non dobbiamo trascurare la pianta che si adatta al territorio, cioè la vocazionalità produttiva. Ma se tutte queste operazioni non hanno coordinamento e capacità di generare un approccio al mercato strategicamente determinato, il lavoro si perde e rischia di non essere portato a valore".

E qui si arriva al tema spinoso dell'organizzazione nel comparto delle clementine. "Tra chi ha impianti su cui non investe più, agricoltori demoralizzati che non producono come si deve e persone che senza nessuna logica commerciale spediscono prodotto sui mercati - è l'ammonimento di Gallo - il risultato è quello di comprimere il prezzo. Ci troviamo sui mercati clementine sottopagate a 40-50 centesimi il chilo, togliendo le spese vive il produttore è sotto di 10-15 centesimi: così si crea una confusione enorme, per la qualità, per la lavorazione e anche per il rispetto delle regole. E' un problema che va affrontato in tutte le istituzioni. Non si può caricare prodotto e spedirlo sui mercati senza logica e senza valore aggiunto".

Per evitare tutto questo, ha evidenziato Roberto Della Casa, "bisogna alzare il livello di organizzazione e non ci sono scorciatoie. E' necessaria la maturità degli imprenditori, devono capire che è meglio stare insieme. Il Consorzio delle Clementine di Calabria Igp può essere la via per costruire il nucleo di aggregazione".

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