Maap, solidarietà e pragmatismo

La piattaforma di Padova contribuisce allo svolgimento dei mercati rionali. «Fatturato 2020 stabile»

Maap, solidarietà e pragmatismo
Resilienza, solidarietà, pragmatismo: c'è tutto questo nell'iniziativa del Maap di Padova che si sta adoperando per consentire il regolare svolgimento dei mercati ambulanti nelle piazze cittadine, dove si vende anche frutta e verdura provenienti dalla piattaforma di Corso Stati Uniti.

Già in occasione della prima ondata del Coronavirus, la dirigenza del Centro agroalimentare veneto aveva deciso di smistare alcuni facchini di Coop Tommaseo nei mercatini rionali per aiutare polizia municipale e protezione civile a montare, transenne e recintare gli spazi così da consentire ingressi controllati. E ora si replica.



"Per un mese e mezzo, questa primavera - spiega il direttore Francesco Cera (foto sopra) - quattro persone si sono recate nei quartieri dove si svolgevano i mercati ogni mattina alle 7, una volta finito il lavoro nel nostro Mercato. E giovedì 12 novembre - appena apprese le limitazioni regionali legate alla seconda ondata, con divieto di svolgere i mercati all’aperto se non nei Comuni che abbiano attivato un apposito piano con la previsione della perimetrazione, percorsi guidati, la creazione di varchi di accesso e di uscita e la presenza di un adeguato servizio di vigilanza - ci siamo immediatamente attivati per tornare a dare sostegno con il personale della Coop".

Dettaglio e ambulantato valgono il 10% circa del giro d'affari del Maap, che per il restante 90% è suddiviso in parti uguali tra export e supermercati/altri mercati. Una fetta contenuta ma comunque rilevante soprattutto in questa fase così critica per l'economia e il business ortofrutticolo. "Il bilancio di fine anno dovrebbe chiudersi con una flessione del 10% in quantità e dell'1% circa in valore rispetto al 2019", dice Cera. 



"Tenendo conto di quanto avvenuto in questi mesi e dello tsunami Covid - commenta il presidente del Maap Maurizio Saia (foto sopra) - non è certamente un cattivo risultato. Le aziende che operano in Mercato si mantengono infatti attorno ai 380 milioni di euro di fatturato, nonostante l'export in calo a causa di meccanismi direi fisiologici: i Paesi dell'Est Europa stanno diventando a loro volta produttori ed esportatori, gli esempi della Polonia con ortaggi e mele, ma anche dell'Albania con il pomodoro, sono emblematici. Va poi tenuto conto - conclude Saia - che a causa del Covid abbiamo perso quote significative legate al turismo che per Paesi come ad esempio la Croazia, nostro storico interlocutore e cliente, è vitale".

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