Tutti i numeri del kiwi: verde ko, giallo boom

Produzioni e superfici, le stime nazionali e regionali del Cso Italy

Tutti i numeri del kiwi: verde ko, giallo boom
La produzione commercializzabile di kiwi, nel 2020, crescerà del 3% rispetto allo scorso anno (327.370 tonnellate contro 318.039) mentre il raccolto totale dovrebbe salire dell'1% (355.454 contro 353.503 tonnellate); ma se il kiwi verde scende del 4% (247.581 tons a fronte delle 258.891 dell'anno prima), il giallo vola (79.790 contro 59.148 tons, il 35% in più). A livello di superfici, si stimano 24.450 ettari in produzione (cioè con età maggiore di 2 anni) il 2% in meno del 2019, con il verde che perde il 6% delle aree e scivola sotto i 20mila ettari e il giallo che guadagna il 23%, sfiorando i 5mila ettari, con un rapporto quindi di 1 a 4. 



Dicono questo i dati previsionali elaborati dal Cso Italy e presentati dalla direttrice Elisa Macchi al "XXVIII convegno actinidia" che si è svolto venerdì sera nella sede della Fondazione Prodotti Agricoli di Bussolengo e Pescantina (Verona).




Gli effetti della morìa si fanno sentire sul kiwi verde da Nord a Sud.
In Piemonte è attesa una flessione delle superfici dell'11% (400 ettari in meno) e un calo della produzione del 21% (46.373) tonnellate: nel 2018 i volumi erano quasi il doppio, 85.586. 
In forte calo anche il Veneto, con percentuali analoghe (rispettivamente -11%, per 1.955 ettari e -22% per un dato di 18.320 tons) e in particolare la provincia di Verona (-17% e -28%). 
Bilancio pesantemente in rosso anche in Emilia Romagna ma solo a livello produttivo: le superfici infatti restano stabili (3.491 ettari), mentre i volumi, a causa della minor resa, cedono il 28% (39.346 tonnellate, 30mila delle quali raccolte nella provincia di Ravenna). 
Situazione opposta nel Lazio, dove gli areali calano del 14% (5.219 ettari) mentre la produzione vola a 85.273 tonnellate, il 25% in più del 2019.



Nelle altre regioni vocate, il Friuli Venezia Giulia, stando ai dati Cso, è l'unica regione del Nord a presentare una situazione produttiva migliore dell'anno precedente (+30% a fronte di superfici stabili); la Lombardia evidenzia rese in netto calo; in Basilicata è attesa una flessione dei volumi del 5%; in Campania superfici in lieve aumento; la Calabria prosegue la corsa (+5% la superficie dedicata per una stima di 2.620 ettari) con un'ampiezza che oggi viene dopo solo Lazio ed Emilia Romagna. In queste cinque macro-aree la produzione supera i 45mila tonnellate, il 5% in meno del 2019.



Le prospettive per la campagna, secondo Cso, sono discrete; sul fronte della capacità di assorbimento non sembrano esserci particolari problemi anche se la concorrenza greca denota una produzione più elevata degli anni precedenti che si farà inevitabilmente sentire. Nel Paese ellenico superfici e volumi sono ancora in notevole ascesa, la produzione attesa supera le 270 mila tonnellate (+10% sulla scorsa campagna), sospinta dall'entrata in scena progressiva dei nuovi investimenti che si avvicinano agli 11mila ettari. L'export greco è in costante aumento: nel 2018/19, con quasi 170mila tonnellate, ha battuto il record del 2017/18.



L'export italiano, viceversa, nell'ultima campagna è sceso del 12% con un volume (250 mila tons) tornato sui livelli di 15 anni prima. Per quanto riguarda le previsioni produttive degli altri Paesi europei, la Francia lascia sul terreno l'11% mentre Portogallo e Spagna progrediscono rispettivamente del 17% e del 4%.

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