Op Primo Sole: «Per il futuro puntiamo dritti sui meloni»

«Bilancio positivo per i nostri retati e gialletti. Al via la campagna dei finocchi»

Op Primo Sole: «Per il futuro puntiamo dritti sui meloni»
Si è chiusa con ottimi risultati la campagna del melone dell’Op Primo Sole, Organizzazione di produttori di Montescaglioso (Matera) che quest’anno ha commercializzato circa 800 tonnellate di retato e altre 700 tonnellate di gialletto. 

“I soci dell’Op hanno coltivato circa 50  ettari di melone. Crediamo tantissimo sia nel retato che nel gialletto: per questo motivo ogni anno aumentiamo del 15-20% le superfici dedicate a queste due tipologie”, sottolinea Italiafruit News Rosangela Appio, responsabile commerciale dell’azienda.


Le sorelle Francesca (a sinistra) e Rosangela Appio (a destra)

La stagione del retato è cominciata dai primi di giugno, con l’Op che ha distribuito i frutti sul mercato nazionale. “Dopo un inizio in sordina per i prezzi bassi, la campagna si è poi tradotta in maniera positiva - aggiunge Rosangela- I clienti sono stati soddisfatti poiché i nostri frutti hanno presentato sempre una buona qualità e buone pezzature; l’unica problematica sono state le rese in campo non elevate per le raccolte tardive di agosto ed inizio settembre. Per la prossima annata, l’idea è quella di cercare di anticipare le raccolte del retato, in modo da essere presenti sul mercato dalla prima decade di maggio. Vorremmo poi cominciare a fare un po’ di esportazione con le giuste varietà a long shelf life”. 

Le rese del melone gialletto, nel complesso, sono state più alte di quelle del retato. Sempre ottima la qualità, caratterizzata da un elevato grado brix, buone pezzature e una lunga conservabilità in post raccolta. “La stagione del gialletto è cominciata ad inizio agosto e l’abbiamo terminata circa una settimana fa - precisa Rosangela - Con questa tipologia ci siamo orientati soprattutto sull’export, in particolare in Germania dove il ritmo di vendita è stato particolarmente veloce. Questo mercato predilige il prodotto di pezzatura medio-piccola, con un peso di 1,5 o 2 chili al massimo, mentre nel Sud Italia va per la maggiore il consumo di grandi pezzature. Il prossimo anno cercheremo quindi di adattare le scelte produttive su varietà che ci consentano di affrontare i diversi mercati dell’Italia e dell’estero”.



Nel frattempo, l’Op Primo Sole ha dato il via da una decina di giorni alla nuova campagna del finocchio, prodotto di punta coltivato dai soci produttori su circa 160 ettari in Basilicata e 220 ettari tra Puglia e Calabria. Per fine ottobre, inoltre, sono in programma i primi stacchi di cavolfiore bianco e cavolo romanesco.  

Da questa settimana lavoreremo volumi di finocchio abbastanza significativi, che cresceranno costantemente con il prosieguo della stagione”, conferma a Italiafruit News Giuseppe Appio, amministratore dell’Op Primo Sole e profondo conoscitore della coltura del finocchio a 360 gradi. “Adesso stiamo lavorando la varietà Cartesio della ditta sementiera Seminis, caratterizzata da una qualità estetica eccezionale (bello, tondo e bianco) ed un peso specifico medio-alto. Il mercato, quando c’è la qualità, risponde sempre bene. I prezzi sono mediamente alti, in linea con il periodo e le quotazioni del prodotto grezzo in campagna”, aggiunge Rosangela Appio. 



Anche la seconda annualità del finocchio confezionato “Dolce Lucano”, brand che contraddistingue il prodotto di miglior qualità della Basilicata, si appresta ad iniziare proprio in questi giorni. I primi tagli saranno effettuati dal socio La Cascina Soprana di Irsina, zona precoce della piana del Metapontino. 

“Quest’anno lanceremo novità importanti sul fronte del packaging di Dolce Lucano, che pensiamo ci possano permettere di aumentare le vendite e anche di collaborare con nuovi clienti della Gdo italiana. Inoltre, nell’ambito del programma Road To Quality di Assosementi, cercheremo di dare vita a un progetto di tracciabilità dal seme al vassoio attraverso l’impiego della blockchain. In questo modo daremo la certezza alla nostra clientela e ai consumatori di quello che sosteniamo, ovvero che i finocchi Dolce Lucano sono originari della Basilicata”, precisa Francesca Appio, responsabile comunicazione dell'Op. Che conclude: “Dal punto di vista della comunicazione stiamo valutando di programmare attività innovative sia B2B che B2C per incrementare i contatti, diffondere al massimo la conoscenza del marchio ed i valori del territorio lucano”.



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