Discount-boom anche nel bio. E l'ortofrutta...

Produzioni, consumi, canali, prezzi, export: i dati illustrati a Sana Restart

Discount-boom anche nel bio. E l'ortofrutta...
Biologico avanti piano: aumentano di poco le superfici, calano le aziende mentre tra i canali distributivi spicca la performance dei discount.  L'ortofrutta è il comparto più rappresentato nel carrello della spesa bio con il 46,6% del totale (27,2% la frutta, 19,4% gli ortaggi).

I dati presentati venerdì a Sana Restart sulla base delle rilevazioni Sinab-Mipaaf evidenziano come nel 2019 le aree dedicato al bio sul territorio italiano siano cresciute di 35mila ettari rispetto al 2018 (per un "modesto" +1,8%), sfiorando i 2 milioni di ettari (15,3% della Sau bio europea). Crescita italiana delle superfici bio che, letta nel lungo periodo, è stata del 79% negli ultimi 10 anni.  Il 48% è dedicato a seminativi e ortaggi, il 28% a fruttiferi. L'Italia è prima per ortaggi e prima per agrumi.



In termini assoluti l’Italia rappresenta il terzo Paese per superfici bio, preceduta da Spagna (2,35 milioni di ettari, +4,8% rispetto al 2018) e Francia (2,241 milioni di ettari, +10,1% rispetto al 2018), che crescono quindi di più. L’Italia si distingue, però, per incidenza sul totale della Sau che oggi raggiunge il 15,8%, mentre per la Spagna si ferma al 10,1% e per la Francia all’8,1%.

E' il Mezzogiorno a guidare la classifica delle superfici con il record della Sicilia (oltre 370mila ettari), davanti alla Puglia con 266mila ettari e la Calabria poco sotto i 208mila ettari. Al Centro le prime tre regioni per superfici a bio sono il Lazio con 144mila ettari, la Toscana con oltre 143mila e le Marche con più di 104mila. Mentre al nord la classifica è guidata dall’Emilia Romagna con 166mila ettari, seguita a distanza dalla Lombardia con 56mila ettari e dal Piemonte con quasi 51mila.



Il numero degli operatori biologici ha raggiunto le 80.643 unità nel 2019 (+2% rispetto al 2018) con 58.697 aziende agricole che, rispetto all’annualità precedente, significano una lieve flessione (-0,4%). Gli agricoltori-trasformatori sono la categoria che più è cresciuta (+14% rispetto al 2018), raggiungendo le 11.843 unità. Anche le aziende di trasformazione hanno fatto registrare un aumento sebbene più contenuto (+3%), raggiungendo le 9.576 unità. In crescita (+12%) anche il numero di importatori, pari a 527 nel 2019. Il report della Repressione Frodi rileva che nel trimestre febbraio-aprile 2020 sono entrate nel "circuito bio" 998 nuove aziende per 27mila ettari.


CONSUMI IN CRESCITA, BENE L'ORTOFRUTTA 
Complessivamente, stando alle rilevazioni Nomisma aggiornate ad agosto 2020, le vendite di biologico italiano sul mercato interno – considerando tutti i canali - oltrepassano i 4,3 miliardi di euro; 3,9 miliardi sono riferibili ai consumi domestici (+7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) e poco meno di 500 milioni di euro nell’away from home (che segna un calo importante del 27% rispetto all’anno precedente, riferibile all’impatto dei mesi di lockdown dei pubblici esercizi e agli effetti collegati alla didattica a distanza per il segmento della ristorazione collettiva).

Molto bene frutta (+2,1%) e soprattutto ortaggi bio (+7,2%), come mostra la tabella sotto.




Isolando il canale della ristorazione (commerciale e collettiva), il mercato domestico conferma il trend positivo favorito dalla crescente attenzione dei consumatori italiani verso i prodotti green, local e sostenibili: lo conferma il progressivo incremento delle famiglie acquirenti (l'88% ha avuto almeno una occasione di acquisto di un prodotto bio nel 2020 contro il 53% del 2012) e l’incidenza del bio sul totale del carrello alimentare (che passa dal 2,2% del 2014 al 3,6% di quest’anno).

Il biologico italiano è quinto per consumi nel mondo mentre il forte differenziale di prezzo tra bio e convenzionale si è assottigliato negli ultimi anni. Il prezzo al consumo del bio, in ogni caso, è più alto rispetto al convenzionale e per Marco Pedroni (foto sotto), presidente di Adm e Coop Italia resta in molte situazioni ancora troppo alto.
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Analizzando nel dettaglio i singoli canali del mercato domestico, la distribuzione moderna si conferma canale elettivo delle vendite bio in Italia (poco più di 2 miliardi di euro di vendite nel 2020, anno terminante ad agosto).  Ottime le performance nell’e-commerce in cui le vendite di biologico – che rappresentano il 7% del totale e-grocery - registrano una crescita a tre cifre (+143% rispetto al 2019, AT agosto) superiore a quella segnata dalle vendite online di prodotti alimentari in generale (+125%). Dopo il boom segnato nel periodo lockdown (17 febbraio-3 maggio), le vendite di bio dell’e-commerce continuano a mantenere un ritmo di crescita elevato e più performante degli alimentari, in generale riportando un +182% rispetto allo stesso periodo del 2019 (contro un +172% dell’e-grocery). 


I negozi specializzati bio in catena ed indipendenti, (920 milioni di euro, 24% di quota sulle vendite a valore sul mercato domestico) segnano un balzo dell'8%; molto positiva la dinamica delle vendite nella componente "altri canali” (che include negozi di vicinato, farmacie, mercatini, GAS, siti aggregatori di produttori...) con 836 milioni di euro (22% del mercato domestico, +10%). All’interno della distribuzione moderna, per il peso imposto, il canale più brillante è quello dei discount in cui le vendite di biologico nel 2020 sono cresciute dell’11% rispetto al 2019, contro un +3% del libero servizio e un +4% di iper e super.

L’evoluzione delle vendite distinte durate le tre fasi (pre-durante-post lockdown), inoltre, vede il discount come canale dove la crescita del bio si conferma sostenuta, mentre il libero servizio piccolo mostra andamenti che riflettono le rimodulazioni di ri-canalizzazione, con un picco registrato durante il lockdown (+22%).


EXPORT POSITIVO, AUMENTA L'IMPORT
Lusinghiera, nonché superiore a quella registrata dall’export agroalimentare nel suo complesso, la performance dell’export bio: nel 2019 le vendite di prodotti agroalimentari italiani bio sui mercati internazionali, confermando il loro ruolo rilevante nel paniere dei prodotti Made in Italy (6% sull’export agroalimentare italiano totale), hanno raggiunto quota 2,4 miliardi di euro mettendo a segno una crescita del 7% rispetto all’anno precedente contro una variazione del +4% registrata dall’export agroalimentare nel suo complesso (43 miliardi nel 2019).  Nel 2020 l’export di prodotti biologici raggiungerà i 2,6 miliardi (stime Nomisma) mantenendo un ritmo di crescita dell'8% rispetto al 2019. Alle spalle degli Usa, l'Italia è il secondo esportatore mondiale di bio.


Da sottolineare però – come rilevato dalla Coldiretti - l’aumento delle importazioni da Paesi extracomunitari con un incremento complessivo del 13,1% delle quantità totali nel 2019 rispetto all’anno precedente. I cereali, le colture industriali e la frutta fresca e secca sono le categorie di prodotto biologico più importate, con un'incidenza rispettivamente del 30,2%, 19,5% e 17%.

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