Genova, rivoluzione logistica e opportunità per l'ortofrutta

Vassallo (presidente Sgm) traccia la rotta: porto, retroporto e nuova viabilità

Genova, rivoluzione logistica e opportunità per l'ortofrutta
L'occasione è ghiotta, uno di quei treni che passano una volta ogni cento anni. Genova ha la possibilità di ridisegnare il suo tessuto produttivo e imprenditoriale sulle fondamenta di una nuova logistica: porto, rete infrastrutturale, rinnovamento delle aree dismesse... Uno scenario da cui anche il commercio ortofrutticolo potrebbe uscirne rafforzato. Giovanni Vassallo, presidente di Sgm, la società di gestione del centro agroalimentare di Genova, ha ben chiaro il valore della posta in palio e per questo evidenzia l'importanza strategica di definire una progettualità che possa portare sviluppo e ricchezza al capoluogo ligure e non solo. Genova - grazie alle risorse che saranno messe in circolo per agganciare la ripresa post coronavirus - può ambire a trasformarsi in un crocevia logistico capace di moltiplicare gli attuali flussi, oltre che candidarsi ad essere sede di nuove imprese per la lavorazioni delle merci in arrivo.

Presidente Vassallo, soffermiamoci sul porto. Cosa rappresenta per Genova?
Il porto è il primo elemento di produzione di ricchezza. Solo che l'attività portuale è oggi prettamente di transito, alla città resta poco valore aggiunto, non c'è lavorazione. Anni fa Genova era una città industriale, oggi è deindustrializzata.



In prospettiva che futuro vede per questa infrastruttura?
Da tempo è stato progettato lo spostamento a mare della diga foranea per poter consentire alle navi di dimensioni maggiori l'ingresso al porto. Il raddoppio di Suez ha moltiplicato i transiti nel Mediterraneo, ma le grandi navi del futuro hanno bisogno di spazi che, ad oggi, non ci sono in nessun porto italiano. Quello di Genova ha la possibilità di ampliarsi, Genova può diventare il porto del futuro. E' un'occasione che non capiterà mai più.

Perché è il momento giusto per questo intervento?
Perché si potrebbero cogliere due piccioni con una fava: per la diga servirebbero grandi quantitativi di materiali di risulta, proprio quelli che si potrebbero avere nella realizzazione della Gronda. Ampliamento del porto, nuova viabilità: Genova sarà in grado di moltiplicare i traffici. Rimane però un problema.



Quale?
Il retroporto. Le infrastrutture non sono ancora adeguate. Proprio sulle infrastrutture, come il porto e la Gronda, si gioca il futuro di Genova, in bilico tra sviluppo o una triste decrescita.

Vassallo, veniamo all'ortofrutta. Se la progettualità che lei caldeggia si dovesse realizzare, quali riflessi possiamo immaginare per il comparto?
L'ortofrutta sarebbe investita da questo processo, perché navi più grandi potrebbero appoggiarsi a Genova, dove potrebbero nascere nuove unità per la lavorazione delle merci. La tendenza in crescita dei flussi ortofrutticoli è stata frenata dalla pandemia, ma nel porto sono transitate 330mila tonnellate di ortofrutta nel 2018 e 362mila nel 2019. Una crescita importante nel giro di un anno e con la produzione e il consumo di frutta e verdura che nel mondo cresce, questo business è destinato a svilupparsi. Tanti Paesi stanno migliorando le proprie condizioni economiche, c'è una consapevolezza diffusa sull'importanza di mangiare frutta e verdura, logistica e trasporti saranno fondamentali per soddisfare la nuova domanda ortofrutticola.

A tal proposito a servizio del porto che sistema bisogna strutturare?
Infrastrutture veloci, intermodalità, sarà fondamentale ammodernare la rete ferroviaria, la già citata Gronda, già progettata e finanziata, e il terzo valico ferroviario, un'opera ferma da anni. Manca poi il retroporto, ma ci sono luoghi in cui è possibile sviluppare una logistica di trasformazione, di prossimità. La Val Polcevera è un territorio deindustrializzato, ci sono aree che possono essere riconvertite e la loro destinazione naturale è quella della logistica. Il nostro Centro agroalimentare ha competenze in materia e può essere uno strumento per la trasformazione e riqualificazione di questa parte di città.



E' un processo che necessità di una governance chiara.
Comune e Regione Liguria hanno avanzato una proposta all'Autorità portuale in cui enti pubblici e soggetti privati abbiano entrambi un ruolo preciso: una soluzione di modernità. Il modello potrebbe essere quello di Rotterdam, in cui istituzioni e operatori del settore sono protagonisti della gestione dell'Autorità. Lo vedo un approccio strategico.

Sgm sarà della partita?
Sgm può svolgere un ruolo nel settore ortofrutticolo, dove già si occupa di queste attività: a fianco dell'area mercatale tradizionale si svolgono attività logistiche di prossimità. Abbiamo un'esperienza di collegamento tra il porto e la distribuzione della merce su linee europee. Siamo una piccola esperienza virtuosa che può essere sviluppata ulteriormente e replicata. Genova ha l'occasione di ripensarsi nell'ottica di uno sviluppo sostenibile, è un'occasione che non capiterà più.

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