Coronavirus, i focolai inquietano il settore

Dal Trentino Alto Adige alla Calabria, il rischio che il ritorno del virus possa frenare le attività

Coronavirus, i focolai inquietano il settore
Il coronavirus torna a "lambire" il settore ortofrutticolo; venerdì 2 ottobre erano 106 i positivi tra i lavoratori incaricati alla raccolta della frutta in Trentino su un totale di 3.358 tamponi, quasi tutti effettuati tra lavoratori romeni (3.034). Nei giorni precedenti era stato boom di casi in Alto Adige. Scendendo la Penisola, la settimana scorsa è stato chiuso il Mercato ortofrutticolo di Catanzaro, con una decisione ritenuta da alcuni eccessivi (in tutto una decina i casi di positività). Sabato un gruppo di operatori ortofrutticoli ha inscenato un sit in di protesta davanti al Comune del capoluogo calabrese per chiedere certezza sulla situazione. 

A preoccupare sono i tempi di riapertura e normalizzazione: in un comunicato la società di gestione Comalca, nel ribadire di aver "prontamente provveduto a completare ogni adempimento necessario alla riapertura in piena sicurezza del mercato agroalimentare calabrese e di essere quindi pronta a riavviare l’attività mercatale con il rigore che sin qui ha contraddistinto l’approccio al rispetto delle normative anti Covid-19", si augura che "l’Asp territoriale catanzarese porti a compimento al più presto possibile tutte le operazioni ancora non ultimate in merito all’analisi dei tamponi eseguiti nei giorni scorsi presso la struttura mercatale”.



Comalca prosegue sottolineante che "è necessario per gli operatori avere indicazioni precise circa modi e tempi di ripartenza dell’attività al fine di poter programmare il proprio lavoro e garantire che i prodotti agroalimentari commercializzati all’interno del mercato possano arrivare sulle tavole dei calabresi". Il presidente del Cda Daniele Maria Ciranni ha dichiarato di "apprezzare l’elevato senso di responsabilità dimostrato dagli operatori nella critica circostanza vissuta ed ha espresso solidarietà agli stessi, garantendo la massima vicinanza e la collaborazione della società nella prevista ripresa”. 

In un momento in cui stanno crescendo i contagi e viene ventilata la possibilità di chiusure cautelative e orari ridotti nel settore economico e imprenditoriale, il timore di molte aziende è che l'attenta applicazione e il rispetto delle norme non sia sufficiente per tenere sotto controllo la diffusione del virus ("non posso verificare quello che fanno i miei collaboratori fuori dall'orario di lavoro" ci diceva venerdì un'imprenditrice veneta del comparto). E il rischio di "subire" nelle prossime settimane chiusure o limitazioni pesantemente impattanti, magari nel periodo di massima produzione, preoccupa molti.

Copyright 2020 Italiafruit News