«Pomodori, i nostri sacrifici non vengono ripagati»

Copla: prezzi ancora bassi nonostante le carenze produttive. L'unica eccezione è il Cuore di Bue

«Pomodori, i nostri sacrifici non vengono ripagati»
In Italia i prezzi dei pomodori continuano a restare bassi e disallineati rispetto alle carenze produttive portate dall’agosto molto caldo. L’unica eccezionale riguarda la tipologia Cuore di Bue che, a fronte dell’offerta scarsissima a livello europeo, sta raggiungendo livelli molto elevati, al punto da scoraggiare gli acquisti di importanti catene di discount. 

Basti pensare che le aziende olandesi, in questi giorni di fine settembre, stanno consegnando il loro Cuore di Bue - coltivato in serre tecnologiche - al prezzo di 3,50 euro il chilo ai grossisti del Nord Italia. 

“Le quotazioni dell'estate 2020 non hanno purtroppo ripagato i grandi sacrifici, sia economici sia lavorativi, fatti dai nostri soci”, sottolinea a Italiafruit News Silvestro Ferro, responsabile commerciale dell’Op Copla, importante realtà cooperativa della Piana di Fondi che gestisce due posteggi presso il Mof, dispone di due magazzini di lavorazione e spedizione per circa 6.000 mq e conta 200 soci produttori di ortaggi.



“Da mesi c’è un mercato ambiguo, caratterizzato da consumi poco brillanti e sicuramente inferiori alle annate precedenti. Una scarsa domanda che riguarda tutti i prodotti orticoli e dovuta, forse, al momento economico delicato che tutta Europa si sta trovando a vivere. Anche i prezzi sono più bassi delle scorse campagne nonostante le carenze produttive degli impianti ed i costi aggiuntivi che hanno sostenuto i nostri soci per garantire pomodori praticamente a residuo zero in condizioni climatiche più calde del normale”.

“Speriamo tanto che la seconda parte di questa stagione, che terminerà a metà/fine novembre, ci possa dare un po’ di soddisfazione. Oggi sarebbe fondamentale - conclude Ferro - spuntare prezzi almeno del 20% più alti per Ciliegini, Datterini e Piccadilly in primis. Stiamo parlando di 0,4-0,50 euro in più che possono fare la differenza per tutta la filiera, non solo per i produttori. Un risultato che sarebbe sicuramente fattibile in una condizione di assenza di concorrenza estera sul mercato nazionale”.

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