Morìa, lanciata sperimentazione gratuita

Intanto il Mipaaf annuncia una task force per la patologia che colpisce i kiwi

Morìa, lanciata sperimentazione gratuita
Molecole organiche già brevettate che agiscono sulla rizosfera, riattivando le funzioni biochimiche del suolo e delle piante. La ricerca sulla morìa del kiwi ha portato la startup innovativa Dom Terry Agrisolutions ad individuare un protocollo che ora vuol condividere con il settore, lanciando una sperimentazione gratuita su un numero limitato di aziende e di piante.

"Parliamo di peptidi acidificati in sinergia con fruttololigosaccaridi con un preciso grado di polimerizzazioni, coperti da brevetto nazionale ed europeo già rilasciati - spiega il fondatore della società, Domenico Terenzio - Una soluzione che abbiamo testato su piante malate, ma che è ottimale in fase preventiva. I test degli ultimi due anni sono stati effettuati su kiwi Hayward e G3, il primo anno abbiamo saggiato 18 nuove molecole, quest'anno abbiamo messo a punto il dosaggio con precisione. Siamo sicuri dei nostri risultati e li vogliamo far testare gratuitamente a una trentina di aziende a livello nazionale".



In un momento dove la morìa del kiwi sta piegando tante aziende, soprattutto nell'areale di Latina, e dove il mondo della ricerca non ha ancora individuato una via di uscita, la parola "soluzione" è quella che gli operatori vogliono sentirsi dire. Ma è anche quella che può creare aspettative.

"Vogliamo fornire un'informazione tecnica precisa, i nostri tecnici faranno sopralluoghi nelle aziende selezionate per la sperimentazione, condivideremo il protocollo colturale e daremo tutto il supporto necessario per trasferire quei tecnicismi applicativi che abbiamo indivudiato durante i nostri test - aggiunge Terenzio - Facciamo parte di un gruppo che lavora nel settore della farmaceutica e della nutraceutica, il nostro modus operandi è questo: prima vogliamo far vedere l'efficacia della soluzione".


Reazione di una pianta colpita da morìa dopo 30 giorni dalla fine del primo protocollo
(Fonte: Dom Terry Agrisolutions)

Ma come funzionerà la sperimentazione? "I nostri peptidi acidificati lavorano all'interno della rizosfera, accelerano le attività biochimiche del terreno e della pianta, favoriscono la traslocazione: hanno un potentissimo effetto carrier - risponde il fondatore della Dom Terry - Sono prodotti naturali a residuo zero, che incrementano la fotosinstesi e la reazione della pianta. Queste molecole le abbiamo utilizzate con successe anche per il cancro del fusto del melograno. I risultati sono rilevabili nel giro di poco tempo, facendo il primo intervento a ottobre ad aprile si avranno già i primi riscontri e nell'estate 2021 ci sarà la prova del nove. Prima di lanciare questa sperimentazione diffusa abbiamo aspettato di superare questa estate, per vedere la risposta delle piantetrattate alle elevate temperature, sia nell'apparato fogliare che radicale. Siamo una società di ricerca - conclude Terenzio - e per noi la valutazione agronomica in campo è l'aspetto più importante".

Le aziende interessante alla sperimentazione gratuita possono scrivere a direzione@domterryagrisolutions.com entro la fine del mese.



Intanto sul fronte istituzionale qualche cosa si muove al Mipaaf. “La morìa del kiwi è una patologia relativamente nuova, molto complessa e di difficile imterpretazione, probabilmente legata in parte anche alle caratteristiche dei terreni insieme all’alta piovosità e alla gestione delle diverse pratiche agronomiche - scrive in una nota la ministra Teresa Bellanova - Un fenomeno che, io personalmente e il Mipaaf, stiamo seguendo con molta attenzione, in costante contatto con le regioni maggiormente coinvolte come Veneto e Lazio, e che vede impegnati tra gli altri il Crea – Centro di ricerca per l’Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura di Roma, l’Istituto Superiore di Sanità, Apofruit-sede di Aprilia. Poiché è necessario avere indirizzi certi per mettere in campo strategie e risorse, nella prossima riunione del Comitato Fitosanitario Nazionale, convocato per lunedì prossimo, è già all’ordine del giorno la costituzione di una specifica task force, un Gruppo di lavoro tecnico scientifico per coordinare le attività di ricerca e definire linee guida per la gestione di questa emergenza sulla base dei risultati emersi”.

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