Il settembre nero dell'uva da tavola

Calano consumi e prezzi. Suglia: «Il virus dell’economia ci danneggia»

Il settembre nero dell'uva da tavola
"C'è poca domanda ed i prezzi sono abbastanza bassi. Il comparto dell'uva da tavola, come del resto gran parte dei settori dell'economici, sta risentendo degli effetti della pandemia". Così Giacomo Suglia, presidente dell'Apeo e vicepresidente di Fruitimprese Nazionale, sintetizza a Italiafruit News l'andamento commerciale della prima metà di settembre per quanto riguarda le produzioni di uva da tavola pugliesi collocate sul mercato italiano ed europeo.

"Questo mese è partito male - prosegue - Venivamo da un agosto con buoni consumi ma prezzi non remunerativi. La nostra speranza era quindi quella di poter recuperare qualche centesimo di euro nel corso di settembre. Invece continuiamo a fare molto fatica, perchè i consumi sono diventati lenti in Italia così come nel resto dell'Europa, dalla Germania ai Paesi nordici a quelli dell'est".


Giacomo Suglia

Anche a settembre, così, il prezzo medio continua a non essere soddisfacente proprio perchè non c’è stata la tanto attesa spinta dei consumi. “Il mercato europeo non ci sta riconoscendo il giusto valore. Nonostante l’ottima qualità del prodotto italiano, i prezzi sono mediamente più bassi rispetto alla campagna 2019, quando c'era più offerta disponibile e molta meno qualità. Per poter essere contenti ci vorrebbero almeno 20-30 centesimi di euro in più al chilo, a seconda del tipo di lavorazione, da suddividere tra i vari attori della nostra filiera organizzata”. 

Un contesto commerciale sfavorevole che è figlio dell'incertezza portata dal coronavirus nella testa delle persone: "La nostra società adesso ha paura di tutto, quindi anche di spendere per i beni di prima necessità. Si tende a risparmiare ancora più di prima. E' il virus dell'economia che si sta espandendo e che, purtroppo, sta facendo lavorare le aziende senza tranquillità. Per favorire la ripresa dell’economia mondiale, ritengo che i Governi  conclude Suglia - debbano tagliare la burocrazia, alleggerire la pressione fiscale e dare più libertà di movimento alle imprese. Altrimenti il virus dell’economia rischia di poter fare ancora più danni del Covid-19”.

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